Duemila pietre recuperate per ricostruire la Basilica di Norcia

Il cantiere della Basilica di Norcia
PERUGIA - Duemila pietre per ricostruire la Basilica di Norcia. Sono quelle finora recuperate e catalogate e che si trovano in quello che Paolo Iannelli - soprintendente del...

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PERUGIA - Duemila pietre per ricostruire la Basilica di Norcia. Sono quelle finora recuperate e catalogate e che si trovano in quello che Paolo Iannelli - soprintendente del ministero dei Beni culturali per il Centro Italia terremotato - chiama «il cantiere delle pietre vive».


«Pietre - ha spiegato all'Ansa - che sono la linfa con cui sarà possibile ricostruire la casa di San Benedetto con tutti i suoi valori identitari». «Toccarle o passeggiare tra i bancali dove sono state collocate è una autentica emozione, si percepisce la storia e danno il senso della stratigrafia che nei secoli c'è stata in questa Basilica», aggiunge il soprintendente.
A occuparsi della selezione e della catalogazione delle pietre dentro il cantiere organizzato dall'Eni, che sostiene il
recupero, è Emanuela D'Abbraccio, restauratrice di Norcia, tra le massime esperte della Basilica, di cui si era presa cura anche prima del sisma. «Si tratta di un lavoro affascinante e complesso - racconta - perché sono migliaia le pietre recuperate dopo il crollo e a tutte occorre dare un 'nomè così da ricollocarle nella loro sede originaria anche grazie alla documentazione del passato... forse conosco queste pietre una ad una, anche perché dentro la Basilica di fatto ci sono cresciuta essendo di Norcia».
Intanto, da alcune settimane una grande gru è presente nell'area del cantiere della stessa Basilica. «La gru - spiega
Iannelli - è intesa come momento in cui si avvia la ricostruzione materiale, ci dà il senso che quello che è stato
fatto in questi anni verrà finalmente ricollocato». Il soprintendente spiega che in questi oltre cinque anni,

tanti sono trascorsi dal terremoto, «si è sempre lavorato in funzione della ricostruzione della Basilica, iniziando proprio dall'andare a recuperare le pietre importanti crollate e scartare quei materiali che invece sarebbero dovuti essere rimossi anche in condizioni ordinarie. È stato un percorso non semplice, ma finalmente la ricostruzione è stata davvero avviata e questo sarà l'anno in cui anche quella pubblica muoverà passi importanti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero