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TERNI Un anno dopo in cattedrale si rinnova un dolore che toglie il respiro. Flavio e Gianluca, volati via a 15 anni dopo aver assunto metadone, vivono nei volti senza più lacrime dei genitori costretti a dire addio all’amore più grande, in quelli dei tanti amici che affollano il duomo portando con sé tanti palloncini bianchi. A don Antonio Coluccia, il prete che a San Basilio rischia la vita per salvare i ragazzi finiti nel tunnel della tossicodipendenza e nelle mani della criminalità organizzata, il compito di trovare parole di conforto che siano da monito per chi piange due adolescenti strappati alla vita dalla droga. “Di queste morti siamo tutti responsabili - dice Don Antonio - questi figli appartenevano alla nostra comunità e nessuno può tirarsi fuori. Quindi sono importanti le scuole, gli oratori, le istituzioni, bisogna coltivare questa memoria operante del 7 luglio e farla diventare una data importante per tutti i ragazzi morti di overdose e questa città purtroppo sta cominciando ad avere questo primato. Vorrei ricordare Terni uguale vita nuova e non Terni uguale droga”. Una presenza significativa la sua in una città travolta da un’emergenza che continua a mietere vittime di ogni età. Dopo il sacrificio di Flavio e Gianluca altri decessi, altro dolore. Con l’addio a Maria Chiara, la neodiciottenne amerina stroncata dalla droga il giorno del suo compleanno, la morte di Francesco, 45 anni, vittima di un’overdose nella sua casa del quartiere San Valentino. Ad aprile gli stupefacenti hanno ucciso un 51enne trovato senza vita in un appartamento di vocabolo Trevi. Il 18 giugno l’addio ad Hamza, 21 anni, marocchino, trovato senza vita nel quartiere San Giovanni, poco lontano dalla casa dove Gianluca un anno fa scivolò dal sonno alla morte. Anche Hamza è stato stroncato da un mix di farmaci e droga. Quattro notti fa a Borgo Bovio la morte di Christian, 47 anni. Ieri all’ospedale di Perugia si è svolta l’autopsia disposta dal pm, Raffaele Pesiri per far luce sull’ennesimo decesso imputato ad un’overdose. L’anniversario dell’addio a Flavio e Gianluca è un pugno allo stomaco anche per il procuratore, Alberto Liguori. Che in questi mesi ha tentato invano di chiamare a raccolta famiglie, educatori, istituzioni per affrontare a dovere un’emergenza inarrestabile: “Flavio e Gianluca hanno lasciato questo mondo un anno fa e da quel momento non ho trovato iniziative legislative nazionali, regionali o di enti locali, né forum o convegni sui tanti casi di overdose e sull’uso di droghe in questa provincia.
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Il Messaggero