Don Luigi Pallottini, il prete “amico” del Che, è morto oggi, il giorno di santo Stefano

don Luigi Pallottini
NARNI E’ deceduto serenamente, come era sempre vissuto Don Luigi Pallottini, è stato un prete di prima linea, da quando giovanissimo, se ne era andato in Bolivia, tra...

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NARNI E’ deceduto serenamente, come era sempre vissuto Don Luigi Pallottini, è stato un prete di prima linea, da quando giovanissimo, se ne era andato in Bolivia, tra i guerriglieri, a fare il missionario. Non erano tempi facili, alla metà degli Anni Sessanta in quella regione del mondo: aveva una vicinanza stretta con il Che Guevara, che cercava proprio lì, di portare la rivoluzione cubana. Don Luigi però non era andato in America Latina a fare il rivoluzionario ma a portare la parola di Gesù. Ma nella foresta, tra i contadini, qualche volta, troppo spesso per alcuni, le due visioni della vita si incontravano. E così si inizio a parlare di don Luigi, il prete rivoluzionario, dandogli un’etichetta che non aveva e non voleva. Il suo nome arrivo alle orecchie di Oriana Fallaci, la grande giornalista dell’Europeo: prese l’aereo e lo andò a trovare nei villaggi della foresta pluviale, dove faceva da base per la sua missione; lui, che era buonissimo, come pochi, le rilasciò un’intervista completa, parlando anche malò del Governo nazionale a causa dello sfruttamento dei contadini. Per lui, era inteso, la intervista sarebbe dovuta rimanere anonima. Invece la giornalista mise nomi, cognomi e foto. Quando ne ebbe notizia il Nunzio apostolico a Bogotà corse letteralmente a prendere don Luigi e portarlo fuori del confine di Stato, operazione che riuscì per un capello, per qualche ora, con gli squadroni della morte alle calcagna. Tornò poi in Italia e si mise a disposizione della diocesi di Terni, Narni e Amelia. Era diventato il parroco di San Faustino e Ponte San Lorenzo, in campagna, quella che piaceva a lui, che era originario di Calvi dell’Umbria. Ma era anche il responsabile dell’archivio della Cattedrale di Narni nonché professore di spagnolo nelle scuole superiori ternane in quanto era laureato in lingue straniere. Aveva ottantasei anni.

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Il Messaggero