Domenica delle Palme, il vescovo Piemontese celebra la messa senza fedeli e invita alla riflessione personale

TERNI     Con la domenica delle Palme comincia una Settimana...

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TERNI     Con la domenica delle Palme comincia una Settimana Santa segnata dall’assenza dei fedeli alle celebrazioni, e senza la tradizionale distribuzione dei rami d’ulivo; la Settimana Santa in piena quarantena, nel bel mezzo dell’emergenza Covid-19. Durante l’omelia della celebrazione della messa nella Cattedrale di Terni il vescovo Piemontese non ha potuto non dedicare la riflessione al periodo che il mondo sta vivendo: «Iniziamo insieme una settimana particolare per la Chiesa: la condizione in cui la nostra nazione, anzi, la gran parte del mondo, si trova per l’epidemia e l’impossibilità di essere fisicamente presenti in chiesa ci aiuta ad attrezzare il nostro mondo interiore per rapportarci con più profonda spiritualità a Cristo, che comunque rinnova per noi il mistero pasquale. Siamo passati da una disponibilità di celebrazioni ad ogni ora e per ogni gusto alla condizione di chi non può fare altro che partecipare nel desiderio o attraverso i media ai santi riti che ci mettono in contatto con Gesù e con la Chiesa, comunità viva. In questi giorni molti di noi si sono uniti dalle finestre delle case al coro virtuale fatto di condomini e di concittadini per esprimere col canto la speranza e la gratitudine per chi è negli ospedali. Tutti noi, credenti, che non possiamo essere riuniti nelle nostre chiese per partecipare ai santi misteri, possiamo unirci spiritualmente con la preghiera, col canto, con l’ascolto attento, dinamico e dialogante della Parola della Liturgia di questi giorni, particolarmente ricca». Ispirandosi alle parole dell’evangelista Matteo, il vescovo ha proseguito: «Nei momenti critici dell’esistenza personale e comunitaria affiorano le domande cruciali, che sono alla base della filosofia della nostra vita. E la risposta non può essere quella dettata dalla paura o dalla contingenza di una pandemia dallo svolgimento drammatico per la presenza di migliaia di morti e per l’esito incerto e imprevedibile, ma è quella che scaturisce dalla lucidità di una riflessione non distorta dalle distrazioni consumistiche e dall’offuscamento mentale riverso su uno stato di benessere unicamente materiale e di piaceri mondani. Una risposta che lucidamente fa riferimento ad una storia di amore, di amore totale. Come quello di Gesù per l’umanità intera». Alla celebrazione hanno preso parte  don Alessandro Rossini parroco della Cattedrale, don Carlo Romani, padre Mario Lendini cappellano del cimitero di Terni e don Roberto Cherubini parroco di Santa Croce.
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Il Messaggero