OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Un giovane su tre soffre di un disagio psicologico. Ovvero il 30 per cento. E’ il principale tra i dati emersi attraverso il progetto Ottavo Segno, realizzato dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune guidato da Gianluca Tuteri in collaborazione con l’Asl1. Così Perugia è diventata la sede di un’esperienza pilota che in meno di due anni ha prodotto risultati interessanti richiamando l’attenzione nel panorama italiano. «Il progetto è stato così positivo -ha detto Tuteri - che l’osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza di cui faccio parte nelle linee programmatiche 2025 - 2028 hanno indicato la lotta al disagio giovanile come una delle quattro priorità. E la seconda prioria è quella dell’educazione genitoriale». Il punto sull’iniziativa Ottavo Segno è stato fatto alla Sala dei Notari in occasione dell’incontro “Controvento: navigare nel mare dell’adolescenza” a cura di centro unico di formazione, Regione Umbria, Comune e Usl Umbria1.
I DATI
A dare un’idea del problema, i 1.624 colloqui svolti con ragazzi dai 14 anni in su e mille questionari somministrati in questi due anni di attività dei laboratori di sostegno psicologico.
EDUCAZIONE GENITORIALE
«L’esito della rilevazione effettuata – ha detto il vice sindaco Tuteri – ricorda a tutti, dalle famiglie come alle istituzioni, l’urgente necessità di mettere in campo interventi concreti. Di qui la volontà dell’amministrazione comunale di promuovere uno spazio di consultazione psicologica al di fuori dei consueti sportelli al di fuori dei consueti sportelli sanitari, in locali più informali e inseriti in contesti già inseriti ad altri servizi rivolti ai giovani».
Ma se un primo passo è stato fatto, la strada è ancora lunga. «Poco si può fare sui nostri bambini se non possiamo fare niente per i genitori. Ecco perché stiamo introducendo l’educazione genitoriale di modelli formativi per l’età 0-3, ovvero quella in cui si creano i presupposti per l’insorgere del deficit psicologico».
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero