Assegni negati ai disabili, scatta l’indagine

Assegni negati ai disabili, scatta l’indagine
PERUGIA - Dopo le denunce, le parate e risposte, la sfida a quello che sembrava un muro di gomma, si apre uno squarcio nella vicenda degli assegni per disabili che non arrivano....

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PERUGIA - Dopo le denunce, le parate e risposte, la sfida a quello che sembrava un muro di gomma, si apre uno squarcio nella vicenda degli assegni per disabili che non arrivano. Nonostante che la Regione, assessore alla Sanità Luca Coletto in testa, abbia sempre sostenuto che i soldi c’erano. Anzi, che ce ne erano di più rispetto al passato.

Il vaso di pandora lo scoperchia la Asl 1 con una nota arrivata ieri mattina e che in poche righe infila certezze e apre una lunga serie di interrogativi. La certezza e che gli assegni verranno pagati, arretrati compresi e che una commissione ispettiva cercherà di capire cosa è successo. A leggere le poche righe messe in fila dalla Asl 1 pare scontato che ci sia anche la possibilità di provvedimenti disciplinari nei confronti di chi non avrebbe adempiuto all’impegno di liquidare gli assegni le famiglie dei malati gravi.
Ecco quello che ha scritto la Asl. Poche durissime righe, ma chiare: «In relazione a quanto accaduto in alcuni distretti della Usl Umbria 1 in merito alla mancata corresponsione degli assegni di cura per i disabili gravi, la direzione aziendale comunica che è stata immediatamente attivata una commissione ispettiva, di cui fanno parte, tra gli altri, il direttore amministrativo e il direttore sanitario, che entro mercoledì dovrà produrre una relazione puntuale sui fatti accaduti evidenziando le singole responsabilità. Quanto accaduto – afferma la direzione aziendale della Usl Umbria 1 – ci impone di scusarci con gli utenti/pazienti e le loro famiglie. Precisiamo che nessun atto limitativo alla fruizione dell’assegno è stato posto in essere dagli organi gestionali dell’azienda né si può giustificare l’accaduto con un mancato trasferimento di fondi da parte della Regione, che ha erogato puntualmente quanto previsto. Oggi stesso verranno adottati dai dirigenti incaricati tutti i provvedimenti amministrativi finalizzati alla soluzione del problema, compresa l’erogazione di eventuali arretrati dovuti».
Si indaga e si paga. E la frase sulle singole responsabilità spiega che potrebbe scapparci qualche cartellino giallo nei confronti di chi potrebbe aver rallentato le pratiche. Si racconta che ieri dalle parti della Asl guidata dal direttore generale Gilberto Gentili (direttore sanitario Massimo D’Angelo e direttore amministrativo Alessandro Maccioni), la tensione sul tema si tagliava con il coltello. Ma perché? Possibile che tutto sia nato dall’ultima uscita della consigliera regionale del Pd e vice presidente dell’assemblea legislativa, Simona Meloni? Possibile che un blitz di un politico abbia alzato tutto questo polverone? Eppure non è la prima volta che la politica si muove per sollecitare il pagamento degli assegni in favore dei disabili gravi compresi quelli affetti da malattie rare. Lo aveva fatto, per esempio, sia dalla scorsa legislatura l’attuale presidente del consiglio regionale, Marco Squarta(Fratelli d’Italia). Tanto che nel muoversi anche nei mesi scorsi, aveva rischiato un conflitto con l’assessore alla Sanità, il leghista Luca Coletto.
Tra i più attivi a sollevare il velo di silenzio sui ritardi che hanno messo in crisi centinaia di famiglie, era stato il presidente di Federcosumatori Perugia, Alessandro Petruzzi, che più volte era a andato all’attacco. Arrivando a uno scontro dialettico con lo stesso Coletto.
Federconsumatori, sul finire dello scorso anno, aveva denunciato una situazione al limite del paradosso. I soldi del Prina liquidati dai distretti della Asl 2, quella che unisce Terni, Foligno, Spoleto e la Valnerina; mentre c’erano situazioni di ritardi inspiegabili alla Asl 1.

Tra l’altro Federconsumatori sollevò il dubbio sul fatto che le persone che non hanno ricevuto l’assegno di sostegno previsto dall’assistenza indiretta, siano state o meno inserite negli elenchi di rendicontazione inviate in Regione. Eccolo il nocciolo nella mossa della Asl 1 che gestisce le partite dei disabili tramite sei distretti. Evidentemente il dg D’Angelo, oltre da aver ascoltato lamentele dirette dei familiari dei disabili, è andato oltre tanto da far partire, di fatto, un commissione d’indagine che metterà nero su bianco i risultati nel giro di pochissimi giorni. L’ultima è sui numeri. La vice presidente Meloni ha individuato in 428 le famiglie interessate all’assegno dell’assistenza indiretta per le gravi disabilità legate o meno alle malattie rare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero