Ripulisce il conto del disabile che assiste: Perugia, condannato badante

Ripulisce il conto del disabile che assiste: Perugia, condannato badante
PERUGIA - Una storia da far venire i brividi. Un ragazzo, giovane disabile, costretto non solo a vivere sulla sedia a rotella ma anche a vedere la persona che avrebbe dovuto...

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PERUGIA - Una storia da far venire i brividi. Un ragazzo, giovane disabile, costretto non solo a vivere sulla sedia a rotella ma anche a vedere la persona che avrebbe dovuto assisterlo scorrazzare per le stanze di casa alla ricerca di un prezioso documento: il libretto delle Poste e il pin del libretto elettronico. Non solo, ma costretto anche a vederlo uscire persvuotargliil conto. Una storia ripercorsa in aula dalla mamma e dal fratello gemello, vista l’impossibilità del giovane disabile di esprimersi con le parole, ma il fratello non ha avuto alcun dubbio: lui si era reso conto di quanto il badante stesse combinando in casa quando fratello e mamma non c’erano, ed è riuscito in qualche modo a farlo capire ai familiari già insospettiti dagli strani movimenti in casa prima e dagli ammanchi sul contopoi.


Ma la storia, almeno per una volta,haavutoun lieto fine:perché il badante, M. Fiorucci, giovane umbertidese che vive nella zona di Magione, è stato condannato dal giudice Carla Giangamboni alla pena di due anni di reclusione più ottomila euro di risarcimentoal disabile,mille perunoa fratello e mamma e spese varie. Una sentenza accolta con grande soddisfazione dai familiari del ragazzo e dall’avvocato Emanuela Rondoni, che li ha assistiti fin dall’inizio. Ovvero da cinque lunghi anni

I FURTI
Tutto parte infatti nel marzo 2015, quando i familiari del disabile alla ricerca di una persona che possa stare con il ragazzo si affidano a Fiorucci con cui sono entrati in contatto attraverso un’amicizia in comune. Nella casa nel comune di Magione, dunque, entra il badante con l’impegno di assistere il disabile nei momenti in cui mamma e fratello sono fuori per lavoro. Ma con il passare dei giorni c’è qualcosa di strano: secondo quanto emerso ieri in aula, infatti, le stranezze iniziano con cose spostate o rimesse alla rinfusa nei cassetti e finiscono circa un mese dopo con la terribile scoperta che i soldi depositati sul libretto postale apertoperla gestionedel trattamento pensionistico di invalidità del ragazzo non ci sono più.


Dei circa seimila euro che i familiari pensavano di avere depositati ne erano rimasti appena cinque. Il danno e la beffa: perché parte di quei soldi sarebbero serviti per acquistare un sollevatore per la macchina, che avrebbe aiutato molto il ragazzo disabile e i suoi familiari negli spostamenti, e che senza quei soldi ad oggi non è stato ancoraacquistato. Parte la denuncia, partono le indagini, i carabinieri di Magione incrociando le testimonianze delle vittime, quelle di alcuni residenti del posto, gli orari dei prelievi con quelli della presenza di Fiorucci (difeso dall’avvocato Donatella Panzarola) in casa ricostruiscono che il badante è riuscito a entrare in possesso di librettopostalecartaceo edelettronico e relativo pin e codice fiscale del disabile: è stato un gioco da ragazzo prelevare, tanto allo sportello quanto al bancomat, seimila euro in una decina di occasioni. Ieri però il giudice Giangamboni ha messo la parola fine su questa bruttissima storia. Cinque anni di sofferenza e ora, oltre la condanna, la speranza di recuperare i soldi spariti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero