Di nuovo i panchina l'allenatore narnese aggredito a Pasqua dal papà di un avversario: "Ho ritrovato tanto fair play, volevo solo quello"

Di nuovo i panchina l'allenatore narnese aggredito a Pasqua dal papà di un avversario: "Ho ritrovato tanto fair play, volevo solo quello"
Non è ancora del tutto ristabilito, però ha voluto...

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Non è ancora del tutto ristabilito, però ha voluto essere lo stesso presente. A Cannara in provincia di Perugia, nel torneo giovanile Memorial Valter Baldaccini, con i ragazzi classe 2009 della Nuova accademia Terni c'era anche Francesco Latini, il tecnico e  istruttore di calcio che il giorno di Pasqua aveva subito un'aggressione a Gabicce da parte del padre di un ragazzo della squadra avversaria (il Ponte di Nona di Roma) ed era finito in ospedale con una lesione a un rene, fortunatamente risultata alla fine meno grave di quanto inizialmente paventato. Il giovane allenatore, 33 anni, di Narni, a poco più di un mese dal grave episodio era insieme ai suoi giovani calciatori, a seguirli in panchina. Lui stesso dice che è stata «una giornata speciale». Ciò che conta, infatti, è l'essere tornato in campo vicino ai suoi ragazzi. Un ritorno su un rettangolo di gioco dopo l'aggressione a calci e pugni (per futili motivi) da un uomo che ha preso per questo un daspo per due anni e sul quale pende ora una denuncia per lesioni gravi. Latini era finito in ospedale con un ematoma a un rene che nelle prime ore aveva pure fatto temere conseguenze drammatiche. E' stato, però, dimesso il giorno dopo dall'ospedale di Riccione ed affronta la convalescenza a casa. Una presenza, a Cannara, pur con le precauzioni del caso dettate dalla stessa convalescenza, non ancora del tutto conclusa. Se era lì, è stato anche grazie a un parere positivo dei medici. La sua squadra, la Nuova Accademia Terni, ha chiuso il memorial al terzo posto. «E' stata una grandissima emozione - commenta Francesco Latini - una grandissima gioia. Riuscire a tornare prima della fine della stagione, mi ha fatto piacere. Un dono che ho ricevuto dall'alto. E poi, la cosa che più mi è piaciuta è che la mia presenza non ha avuto tanto clamore. Sì, è vero, ho avuto attestati di solidarietà e appoggio, come quello dell'allenatore della squadra del Perugia e gli sguardi dei dirigenti del Cannara, organizzatori del torneo. Ma sono contento così. Non volevo clamori. L'obiettivo era quello di tornare in campo e la cosa più bella è stata vivere questa giornata di sport e di grandissimo fair play. Quella, è la sola cosa che conta. Anche se ho dovuto prestare una grandissima attenzione, per stare anche fermo in panchina. E su questo, ringrazio anche la persona che mi ha accompagnato. Pensi, se mi fosse arrivata una pallonata!».

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Il Messaggero