Detenuto in carcere per rapina incassa il Reddito di cittadinanza. Ttuffa da 15 mila euro

Detenuto in carcere per rapina incassa il Reddito di cittadinanza. Ttuffa da 15 mila euro
Detenuto in carcere per rapina continua a incassare il Reddito di cittadinanza: accade a Magione dove un 48enne ha intascato qualcosa come poco meno di 15 mila euro. L’uomo,...

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Detenuto in carcere per rapina continua a incassare il Reddito di cittadinanza: accade a Magione dove un 48enne ha intascato qualcosa come poco meno di 15 mila euro. L’uomo, originario della provincia di Foggia, adesso si ritrova imputato a Perugia con l’accusa di truffa aggravata. È in programma per domani l’udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare del capoluogo umbro. 

Negli atti giudiziari il pubblico ministero Mario Formisano parla di «più azioni o omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso» messo in atto attraverso «artifici e raggiri consistenti nel presentare, in data 23 novembre 2020, la domanda di Reddito di cittadinanza». «Affermava falsamente di non essere sottoposto ad alcuna misura cautelare personale - prosegue il sostituto procuratore titolare del fascicolo -, inducendo in errore il personale dell’Inps che, sulla scorta delle sue asseverazioni riconosceva allo stesso il beneficio economico complessivo di 14.581 euro, per il periodo da dicembre 2020 a gennaio 2022, procurando a sé un ingiusto profitto con un corrispondente danno per l’istituto previdenziale». 
Nel primo capo di imputazione, per fatti riferiti all’agosto del 2019, si legge invece: «Durante il periodo di percezione del Reddito di cittadinanza per il periodo aprile 2019-settembre 2020 ometteva di comunicare informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio, consistenti nell’applicazione nei suoi confronti, a partire dal 3 agosto 2019, della misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal tribunale di Perugia; in data 30 ottobre 2019 - conclude l’atto - la predetta misura veniva revocata e sostituita con quella della custodia cautelare in carcere».

L’imputato è difeso dall’avvocato Vincenzo Bochicchio. Negli atti del pm l’Istituto nazionale di previdenza sociale viene indicato tra le persone offese. Tra le fonti di prova viene elencata anche la richiesta di sequestro preventivo e il successivo decreto del gip.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero