Designer ternano inventa il dildo d'arredo che ora spopola in tutto il mondo

Il designer ternano Emanuele Pangrazi
TERNI Voleva rompere i tabù, creando qualcosa che fosse fuori dagli schemi. E così, da designer in perenne fermento, ha messo in moto la creatività e ci...

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TERNI Voleva rompere i tabù, creando qualcosa che fosse fuori dagli schemi. E così, da designer in perenne fermento, ha messo in moto la creatività e ci è riuscito: lui si chiama Emanuele Pangrazi, è ternano, ma soprattutto è l’ideatore e produttore del primo ed unico dildo (sì, il sex toy per eccellenza) creato non solo per il piacere ma anche per l’arredo. Un oggetto che esce dai cassetti delle camere da letto o dalle stanze buie dei sexy shop per approdare tra salotti e gallerie d’arte, come un qualsiasi ‘articolo’ da collezione. Il progetto - ormai da tempo realtà, ribattezzato MyFucsia - è provocatorio, ma ha già raggiunto risultati degni di nota, visto che questi particolari dildo hanno scavalcato i confini, diventando un cult anche in Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti. «All’inizio la mia era una sorta di protesta contro la percezione più diffusa del design, che dai non addetti ai lavori viene visto solo come qualcosa di strano, sopra le righe» spiega Pangrazi, studi a Roma, poi varie esperienze all’estero e ora di nuovo nella sua città, dove ha fondato lo studio Mater. «Allora, rispondendo a questa concezione - continua -, ho pensato anche io a qualcosa di commerciale, provocatorio e colorato». Ecco come è nato MyFucsia, il dildo in porcellana di finissima qualità, che è «un modo per sdoganare il tabù dell’autoerotismo».

«Quando si parla di sesso - continua Pangrazi - si pensa sempre a qualcosa di volgare, a causa dei retaggi culturali e morali. Invece questo oggetto non ha nulla a che fare con la volgarità, è un simbolo di libertà, perché oltre che usato può essere anche mostrato, come elemento decorativo e d’arredo». Nata l’idea, Pangrazi è passato alla creazione dei prototipi, che si è avvalsa anche della collaborazione del corso di laurea in Ingegneria dei materiali, dove sono stati svolti i test di rottura, per capire se il prodotto poteva essere potenzialmente pericoloso nell’utilizzo. Superato l’esame si è giunti alla produzione, fatta artigianalmente, del primo set da 1.000 pezzi, nelle tre iniziali (ed originali anche nei disegni e nelle decorazioni) versioni, ribattezzate Aliens, Nautilus e Pure. “MyFucsia - spiega Pangrazi - è in vendita anche in alcuni negozi di New York, mentre una galleria d’arte inglese mi ha chiesto di poterlo esporre per alcuni mesi. Per l’occasione ho creato una linea placcata in oro, come tributo alla cultura british». Ma a sostenere la vendita è anche il sito on-line che «sta cominciando a funzionare bene: la clientela è varia e sorprendente, formata sia da uomini che da donne». Ed anche alcune blogger di successo (come La Pina di Radio Deejay, Valiziosa o Venus O’Hara) hanno parlato di MyFucsia sui loro spazi social, così come magazine inglesi nelle pagine dei “trend designs”. Nuove soddisfazioni per un giovane ternano già affermato a livello internazionale - soprattutto nel campo degli arredi da bagno - avendo ottenuto riconoscimenti come il Red Dot Design Award, il Platinum A’Design Award e il CF Award in Cina.

«Anche se Terni è lontana campagna del design - conclude Pangrazi - ho sempre pensato di abitare qui. Viaggiand o molto mi piace molto anche tornare a casa. Ma non nascondo che ora sto riflettendo se andarmene o meno».
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Il Messaggero