PERUGIA - Ci volevano i Chainsmokers per costruire la serata più giovane nella storia di Umbria jazz. Un pubblico giovanissimo ha abbracciato i deejay newyorkesi in...
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Si parte con la loro Inside out, in versione remix, la forza del loro progetto. "Ciao Perugia, noi siamo i Chainsmokers", l'urlo vagamente autocelebrativo di Alex che trascina il pubblico in una giungla di telefonini in modalità "cam". I due si innescano a vicenda, in una serata in cui la star è anche il dj controller "Vorrei celebrare questo momento anche se sfortunatamente Chris Martin non è qui per cantare questa canzone". Parte Something like this: loro mettono bassi, il pubblico la voce.
Assaggi, in un set senza sosta costruito davanti e sopra un ledwall dove anche stasera scorrono immagini, più virtuali che reali. Ma senza messaggi esistenziali. "Il loro unico elemento culturale è che sono diventati un fenomeno culturale", ha scritto di loro il Guardian in uno dei passaggi più teneri del loro live londinese.
Ma il giovane pubblico si diverte, balla, canta, fa storie e quasi tutto - in arrivo da tutta Italia, dalla Liguria alla Campania - ha scoperto un festival come Umbria jazz. E non è cosa da poco. "Ė la nostra prima volta a Perugia ed è la prima volta che possiamo fare un po' di "noise".
Al controller suona il classico dei Verve e subito dopo Andrew accenna a Paris col pubblico che prende subito la scena. "Se cadiamo, cadiamo insieme". Il loro è un messaggio semplice, così come lineare la performance canora di Taggart che salta davanti e dietro la console, mentre Alex si diverte a "looppare" Zombie, Sweet Dreams, We Will rock you e persino What is love di Haddaway, in un passaggio in realtà più sarcastico che celebrativo mentre la console diventa un vecchio stereo mangiacassette.
Sfilano veloci altri singoli del duo, tra un remix di Rihanna e uno di Cascade, con l'accenno di Sick boy quasi sul bianco, come unico momento unplugged della serata. Volata via in un'ora e mezza, divorata velocemente, come un remix a Bpm accelerati.
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Il Messaggero