Danilo Petrucci e il nuovo casco per festeggiare il compleanno e l'ultimo GP in Italia

Danilo Petrucci e il nuovo casco per festeggiare il compleanno e l'ultimo GP in Italia
«Abbiamo fatto 30...facciamo 31». Danilo Petrucci lo ha voluto scrivere sul nuovo casco sfoggiato per un'occasione davvero speciale. Intanto il suo compleanno in...

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«Abbiamo fatto 30...facciamo 31». Danilo Petrucci lo ha voluto scrivere sul nuovo casco sfoggiato per un'occasione davvero speciale. Intanto il suo compleanno in cui Danilo appunto spegne 31 candeline. E poi l'ultimo gran premio in Italia che porta verso la conclusione della sua avventura in MotoGP. Il gran premio di Misano in programma oggi, domenica 24 ottobre, non è solo l'ultima su un circuito italiano di Valentino Rossi, ma anche del centauro ternano che nel 2022 sarà impegnato nella nuova avventura della Dakar. «Un casco speciale per un giorno speciale - le parole di Danilo - il mio compleanno e il mio ultimo Gran Premio in Italia».

Ospite dell'evento di Nolan Group, Danilo Petrucci a metà tra il timoroso e l'emozionato ha parlato di cosa andrà a fare nel deserto (la prossima edizione si svolgerà in Arabia Saudita da 2 al 14 gennaio 2022). Tra caravan e bussole, escursioni termiche e statura (che stavolta, però, sarà un vantaggio rispetto alla zavorra che si porta appresso con la MotoGP), il ternano ha detto: «Rispetto agli altri piloti come Alex, Aaron e Federico, io fino a 16 anni non avevo mai toccato una moto da pista. Ho fatto sempre cross, fin da bambino, ho più esperienza con le fuoristrada che con le moto da pista, quindi per me è quasi naturale questa scelta. La differenza principale sta nella navigazione. Ci vuole esperienza e quello che mi manca è conoscere il deserto, quello è veramente complicato, però non ho la pressione di fare risultato, almeno per adesso, andrò per capire se, nel giro di due o tre anni, posso essere competitivo e per vedere quanto bisogna rischiare per essere veloci. Se capisco che è una cosa che si può fare continuerò, altrimenti no».

«In questa gara ci sono veramente dei pazzi che la fanno senza assistenza, hanno la moto, la tenda e basta - ha proseguito Danilo - ci sono concorrenti che hanno 70 anni, quindi non è un'impresa sovraumana a livello di fisico, quello che è sovraumano è la velocità a cui vanno, per quello bisogna tanto rischiare. Poi orientarsi con i gradi della bussola è una cosa complicata, non sei in pista che curvi a destra o a sinistra e basta: qui, a seconda di come sei orientato, ti danno un'indicazione sulla bussola e te devi capire dove andare. Quindi ci sto un po' prendendo la mano, la settimana prossima comincio ad andare con la moto vera a fare i test a Dubai, solitamente noi facciamo 2-3 giorni di test in MotoGP, lì si fanno 1-2 settimane, devo abituarmi a tempi un po' più lunghi e, soprattutto, ho la fortuna di farla almeno con un team ufficiale, e dunque con un camper. Solo noi e Honda, gli altri fanno tutto in tenda».

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Il Messaggero