Dai droni ai laghetti: la battaglia di Coldiretti per combattere la siccità

Dai droni ai laghetti: la battaglia di Coldiretti per combattere la siccità
Droni in azione per combattere la siccità. L’agricoltura ricorre alla tecnologia per fare scorta di acqua e fronteggiare i periodi di magra. Sebbene questo non sia un...

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Droni in azione per combattere la siccità. L’agricoltura ricorre alla tecnologia per fare scorta di acqua e fronteggiare i periodi di magra. Sebbene questo non sia un periodo particolarmente critico, si guarda alla bella stagione alle porte con una certa apprensione.

Del resto nell'ultima rilevazione di febbraio dell’osservatorio dell’Autorità distrettuale dell’Appennino centrale, si legge che “le portate dei fiumi Tevere, Chiascio e Paglia, che in seguito alle precipitazioni di gennaio erano aumentate; nel periodo gennaio – febbraio 2023 sono nuovamente in fase di decremento: in mancanza di ulteriori precipitazioni significative nei prossimi mesi si potrebbe tornare rapidamente a valori di portata dei deflussi prossimi alle condizioni di magra estiva”. Quella che in questi anni è stata considerata e affrontata come un’emergenza in realtà sta diventando una condizione strutturale e ciò comporta un diverso approccio al problema. Lo sa bene la Coldiretti che sta mettendo in campo una serie di strategie per non farsi trovare impreparata.

«Nel nostro territorio non ci sono le criticità che sta vivendo in questo periodo il Nord Italia – dice Paolo Lanzi, presidente provinciale della Coldiretti – sebbene quindi possiamo guardare al futuro con un animo più sereno, non possiamo di certo ignorare che la quantità di acqua è di gran lunga inferiore rispetto a quella di cinque anni fa. Non possiamo più sperare soltanto nell’arrivo di stagioni più piovose. Dobbiamo invece ragionare in termini di prevenzione e di programmazione».

Le strategie di Coldiretti passano attraverso tre azioni principali: il risparmio nell’irrigazione, il ricorso alla tecnologia, e la raccolta delle acque piovane. «Ci sono delle colture che hanno più bisogno di altre d'acqua come nel caso dell’ortofrutta - spiega Paolo Lanzi – per tutte queste, in tutti gli impianti sia di Coldiretti che Campagna Amica, stiamo prevedendo impianti di irrigazione a goccia. Si tratta di sistemi che ci permettono il minimo consumo e la minima dispersione».

L’altra strategia passa per l’agricoltura 4.0. «Ci sono delle strumentazioni tecnologiche e l’uso dei droni che consentono dei monitoraggi precisi dei terreni – rivela il presidente provinciale di Coldiretti – così da poter individuare quelli che hanno più bisogno di acqua, quelli meno e mettere l’agricoltore sin dall’avvio dell’attività di sapere tutto di quell’area».

Non meno importante è la scorta di acqua. «Dobbiamo prendere atto che non è che non piove più, piove in maniera diversa – prosegue Lanzi – e che solo l’11% delle acque piovane viene trattenuto mentre il restante 89% si disperde. Dobbiamo ridurre questa dispersione. Proponiamo quindi di creare dei laghetti, degli invasi in grado di raccogliere e trattenere l’acqua per restituirla nei periodi di secca. Non vogliamo vasconi di cemento, ma impianti che si armonizzino con il contesto ambientale e paesaggistico in cui vanno ad inserirsi. Il recupero delle acque piovane e il rispetto dell’ambiente sono le due chiavi di volta per guardare al futuro dell’agricoltura».

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Il Messaggero