Narni sotterranea a prova di Covid

Narni sotterranea a prova di Covid
L'attività è ripresa con l'arrivo di un...

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L'attività è ripresa con l'arrivo di un gruppetto giunto dalla vicinissima Amelia: «Non abbiamo fatto nemmeno pagare il biglietto. Erano i primi ed erano amici, l'abbiamo visto come beneaugurante» spiega Roberto Nini, il dominus di Narni Sotterranea, l'attrazione più importante, e di gran lunga del territorio, in pieno Centro Storico. La riapertura ufficiale c'è stata sabato pomeriggio e nel week end qualche turista si è di nuovo affacciato, niente di che ma alcune presenze incoraggianti. «Se avessimo dovuto guardare l'aspetto economico, sarebbe stato più proficuo rimanere chiusi ma vuole essere, pure la nostra, una spinta per la città, per Narni, per una ripartenza alla quale crediamo fermamente». Però non si è riattivato il canale delle prenotazioni, sempre fortissimo: Ancora niente. Tre dipendenti della associazione rimangono ancora in cassa integrazione mentre i servizi essenziali del sito vengono svolti dai soci di Subterranea, in maniera quindi totalmente gratuita. L'importanza di Narni Sotterranea viene spiegata bene dai numeri: almeno ventimila persone all'anno scendono le ripide scale che avviano verso la chiesa di Santa Maria della Rupe o della cella dell'inquisizione, un flusso continuo, sempre in aumento, con un indotto per ristoranti e negozi specializzati del centro storico per niente disprezzabile. «Quest'anno prevediamo di contabilizzare la metà dei visitatori. Quanto abbiamo rimesso con la chiusura? Non lo so e nemmeno voglio fare i conti ma le cifre di mancato incassi non sono lontani dalle centocinquanta duecento mila euro. Non un mancato guadagno, sia chiaro, ma meno soldi per allargare e migliorare l'intero sito». Comunque sia i lavori di restauro degli affreschi della chiesa inizieranno lo stesso. «Come si fa al tempo della pandemia, pagheremo a rate, man mano che incasseremo ed il restauratore è già d'accordo, ben sapendo che non possiamo fare diversamente». Tutto il sito è pieno di cartelli indicatori, gli operatori sono forniti di mascherine, nessuno si avvicina a nessuno perchè tutto sia in sicurezza, secondo le norme: «Guardi, abbiamo messo i segnali di distanziamento attivo a un metro e mezzo, il cinquanta per cento più lontano, perchè vogliamo essere ancor più sicuri. Sempre secondo le norme i gruppi non potranno essere composti da più di dieci persone. Noi ci atteniamo alle norme per la sicurezza dei visitatori ed anche della nostra».
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Il Messaggero