<Muti ha ragione, ma spesso la cultura viene usata per consensi elettorali>

<Muti ha ragione, ma spesso la cultura viene usata per consensi elettorali>
Quello che capita alla musicista dell'orchestra di Muti, ovvero di essere costretta a rinunciare, dopo l'ultimo concerto di Spoleto, al proprio lavoro per mancanza di...

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Quello che capita alla musicista dell'orchestra di Muti, ovvero di essere costretta a rinunciare, dopo l'ultimo concerto di Spoleto, al proprio lavoro per mancanza di offerta, capita lo stesso giorno ad avvocati con la loro ultima causa, a ingegneri con l'ultimo loro progetto, a idraulici con il loro ultimo impianto. Quello che capita alla musicista dell'orchestra di Muti, ovvero di essere costretta a rinunciare, dopo l'ultimo concerto di Spoleto, al proprio lavoro per mancanza di offerta, capita lo stesso giorno ad avvocati con la loro ultima causa, a ingegneri con l'ultimo loro progetto, a idraulici con il loro ultimo impianto.


Ovvero non esiste una esclusiva per la crisi che stiamo vivendo e la necessità di reinventarsi abbandonando purtroppo le proprie passioni o aspirazioni appare sempre più frequente.

La differenza tra una musicista ed una delle categorie sopracitate è che la prima ha un palcoscenico per gridarlo o per farlo gridare gli altri tutto al più rimangono (M)uti o hanno a disposizione un bar sotto casa per raccontarlo ai loro pochi amici.

È ormai diventato troppo scontato e banale ripetere che il nostro paese deve investire sulla cultura, sul bello ed aggiungo io sul buono. Ma la soluzione prospettica a questo tema deve disegnarla in primis la classe politica che amministra che fino ad oggi non è stata tutta all'altezza di fare il proprio mestiere.

Una classe politica che spesso ha utilizzato la delega alla cultura per costruire consenso elettorale sapendo di far leva ad esempio sulla genuina complicità di tanti giovani non tutti meritevoli però di essere premiati per quello che portavano in dote.

Ecco allora gli inutili finanziamenti a grandine (visto che la parola pioggia non piace a Cernicchi) che tanti danni hanno fatto ad una efficace promozione culturale dei nostri territori.

*patron di Eurochocolate Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero