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PERUGIA «La vaccinazione resta l’unica via per uscire dalla pandemia». L’epidemiologa Carla Bietta, componente del Nucleo regionale di monitoraggio, lo ribadisce a chiare lettere precisando come i (pochi) vaccinati che si contagiano e finiscono in ospedale sono per lo più alle prese già con altre patologie. Parole che arrivano in una fase epidemica di sostanziale stabilità ma con la curva che fa fatica a scendere sotto i 700 casi settimanali, con l’incidenza che negli ultimi giorni è lievemente risalita, specie in provincia di Terni. E tra domenica e lunedì mattina, nonostante l’esiguo numero di tamponi processati, sono 28 i casi scoperti, il dato più alto emerso durante un giorno festivo dal 3 maggio.
I prossimi saranno giorni chiave per capire che direzione prenderà la curva epidemica, considerando i positivi certificati al rientro dalle vacanze e in vista del ritorno sui banchi di scuola. «In questo periodo estivo la ripresa pandemia è dovuta alla circolazione della variante Delta che ha un’altissima contagiosità, molto più alta di quelle che conoscevamo», spiega la dottoressa Bietta, intervistata dal Tgr Umbria. «Questa ondata ha coinvolto prevalentemente popolazione non vaccinata, giovani tra i quali c’è stata un’esplosione di contagi avendo rilevato in alcune classi di età incidenza molto consistenti». Nella settimana 16-22 agosto, quasi 300 casi per 100mila abitanti nella fascia 14-18 anni, quasi 250 in quella 19-24. Ieri, intanto, a fronte di 1.470 tamponi (522 processati con test molecolare) sono stati scoperti 28 nuovi positivi, con un’incidenza dell’1,90%, comunque in linea con la media mobile (su 7 giorni), pari all’1,8%. C’è però una nuova vittima, la terza nell’ultima settimana, e risulta quindi un posto in meno occupato in terapia intensiva dove ora figurano sei degenti Covid, mentre in 51 restano in area medica. Spiega però la dottoressa Bietta. «Gli indicatori di gravità, ricovero ordinario, in terapia intensiva e decesso, sono rimasti a livelli più bassi se paragonati alle ondate precedenti della pandemia». In ospedale finiscono soprattutto persone non vaccinate, ma capita di ricoverare anche immunizzati. «È una piccola parte di popolazione vaccinata – aggiunge l’esperta del Nucleo epidemiologico regionale – che in termini percentuali è residuale rispetto al totale dei vaccinati; pazienti che nella maggior parte dei casi hanno più di 60 anni e hanno altre patologie. Questo resta un elemento critico».
A livello territoriale, si registra una ripresa dell’incidenza cumulativa in alcuni piccoli comuni (Montegabbione, Polino), ma negli ultimi giorni c’è stata una ripresa anche a Todi (ieri 4 nuovi casi, 25 nell’ultima settimana) e Deruta (+5 casi, 12 settimanali).
Il Messaggero