Caos vaccini, da lunedì si prenota per la fascia 60-69 ma per la data bisogna aspettare settimane

Attesa per i vaccini a Ponte San Giovanni
PERUGIA - Un po’ come prenotare il biglietto della partita di Champions alla tabaccheria all’angolo della via. Si prende il numeretto e quando i tagliandi sono on-line...

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PERUGIA - Un po’ come prenotare il biglietto della partita di Champions alla tabaccheria all’angolo della via. Si prende il numeretto e quando i tagliandi sono on-line si stacca il biglietto e si organizza la trasferta. Peccato che se per la partita il biglietto c’è sicuro (tempi pre-Covid, naturalmente), la prenotazione per il vaccino è, di fatto, solo una sorta di prelazione-adesione. Perché da lunedì la Regione apre le prenotazioni per la fascia 60-69 anni (sono 43mila gli interessati), ma c’è l’avviso ai naviganti: «Da lunedì 17 maggio i cittadini con età fra i 60-69 anni potranno aderire alla vaccinazione anti Covid tramite il portale vaccinocovid.regione.umbria.it Nelle settimane successive, in base alla disponibilità dei vaccini, riceveranno Sms con indicata la data della vaccinazione». Attenzione: la decina di giorni della conferenza stampa del mattino sono diventati, nella nota ufficiale del pomeriggio, settimane. Che succederà?


RISCHIO STOP
L’aria non è delle migliori se al briefing settimanale, l’assessore alla Salute Luca Coletto ci va già duro: «Stiamo a un passo dalla rottura di stock: cioè si rischia di interrompere le vaccinazioni da un giorno l’altro perché non ci sono dosi». I conti sono presto fatti. La Regione entro il 29 giugno deve ricevere 203.580 dosi di vaccini. Ma non sono tutte sicure, tra Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Jonhson & Jonhson. Quelle assegnate ma non confermate 79.200. Cioè se non arrivano diventa praticamente inutile aprire le prenotazioni prima alla fascia 60-69 e poi ai fragili della tabella 4, poi alla fascia 59-50. Il tutto mentre Guido Bertolaso, consulente per l’emergenza in Umbria a responsabile del piano vaccini in Lombardia, annuncia in quella regione la fascia 40-49 che può prenotare da giovedì prossimo con previsioni anche per i sedici-29 anni. Un abisso.
È vero, l’Umbria ha tanti buoni parametri sul fronte vaccinazioni in confronto con le altre Regioni. Li snocciola il commissario Massimo D’Angelo: per gli over 80 dosi al 95,74%, nella fascia 70-79 somministrare dosi a ventimila persone in più rispetto alla media nazionale. Ma la coperta resta corta. E l’Umbria ha deciso, come ha spiegato il dg della Sanità regionale, Massimo Braganti di non allungare i tempi per la seconda dose Pfizer a 42 giorni, ma restare nei 21. La buona notizia è che le seconde dosi AstraZeneca sono assicurate.
MEDICI DI FAMIGLIA
Saltato il tavolo con farmacisti e medici di famiglia, la Regione corre ai ripari. Lungi, come poteva sembrare, di voler fare le vaccinazioni solo nei punti territoriali, il commissario D’Angelo ha assicurato che da lunedì convocherò tutti gli ordini professionali per coinvolgere tutti nella campagna vaccinale. Si riparte con medici di famiglia e farmacisti, ma c’è sempre il nodo dei soldi.
LITE CON LA TOSCANA
Gli umbri vaccinati in Toscana diventano un caso diplomatico. Ci va giù piatto l’assessore Coletto: «La vaccinazione dovrebbe andare in compensazione per quanto riguarda la mobilità, ma se non è dovuta non sarà pagata. Non mi pare una gran genialata, anzi. La Toscana vaccina meno di noi, ma se ci vuole dare una mano ben venga». Ad ogni buon conto la Regione ha inviato a quella Toscana «che provvederà a fare riscontri» una segnalazione in merito alla vicenda di alcuni cittadini umbri vaccinati contro il Covid a Sansepolcro.
Dalla Toscana spiegano: «L’accesso alla vaccinazione è consentito esclusivamente a chi è residente o domiciliato in Toscana per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella Regione». Chi si è prenotato senza diritto dovrà cancellarsi. Controlli avviati nelle ASl.
VACCINO E INFEZIONI

Dopo la prima dose di vaccino sono risultati positivi in 786, 227 in più su base mensile pari al 41% in più. Dopo la seconda dose gli infetti sono 312, cioè 79 in più su base mensile (più 34%). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero