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SPOLETO - Gli sguardi che si incrociano commossi e sembrano voler esprimere qualcosa che va ben oltre un semplice grazie. E gli occhi che provano a carpire, anche tra le pieghe di un sorriso appena accennato, la dolcezza e l’umanità di quegli angeli in carne e ossa che hanno accompagnato un proprio caro fino all’ultimo respiro, cosa che nel dramma del Covid è purtroppo preclusa ai familiari. C’era un non so che di speciale nell’aria, ieri, all’ingresso del San Matteo, dove Carlo Manto, insieme alla figlia Maria Chiara e ai due nipotini hanno consegnato, alla direttrice di presidio Orietta Rossi e agli «angeli» della Terapia Intensiva, alcuni dispositivi per la pronazione e due saturimetri portatili. Un gesto dal significato profondo, visto che a fine dicembre la vita di questa famiglia è stata stravolta dal Covid, che a Carlo e Maria Chiara ha strappato moglie e mamma. Quella donazione, frutto della generosità del Primo Circolo didattico, degli amici e della famiglia, è stata fatta proprio nel ricordo di Patrizia Badiali, la maestra molto amata e conosciuta, morta a causa del covid, nonostante sprizzasse energia e non avesse altre patologie. «Mamma non ce l’ha fatta – ha detto Maria Chiara – ma questo non rende il lavoro di questi angeli meno importante o valido. La nostra terapia intensiva è un fiore all’occhiello, perché brilla per umanità e professionalità. Dobbiamo essergli tutti grati, sempre».
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