Chiesa 2.0, batuffoli usa e getta per le Cresime in tempo di Covid

Chiesa 2.0, batuffoli usa e getta per le Cresime in tempo di Covid
SPOLETO - Nessuna cena al ristorante o festeggiamenti in grande stile,...

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SPOLETO - Nessuna cena al ristorante o festeggiamenti in grande stile, ma la possibilità di riscoprire i valori autentici del sacramento in un momento di grande difficoltà per tutti. Le prime Cresime in tempo di Covid19, a San Venanzo, hanno offerto emozioni speciali, condivise anche con parenti e amici a centinaia di chilometri di distanza. Già, perché nella parrocchia del Catechismo 2.0, anche la Cresima è stata organizzata, gioco forza, all’insegna dell’innovazione. Con tanto di batuffoli usa e getta per il rito dell’unzione della fronte. Nell’ultimo giorno di Umbria arancione, innanzitutto, la diretta facebook ha consentito la partecipazione, seppure a distanza, di parenti vicini e lontani. La messa, celebrata in questa occasione da don Edoardo (martedì sarà la volta di don Paolo), è stata seguita allo stesso modo da Castel Ritaldi a Torino, passando per Gubbio e Roma. Niente Duomo, come avveniva negli ultimi anni, ma in parrocchia, con l’arcivescovo che ha conferito eccezionalmente a ogni Parroco la facoltà di amministrare il sacramento della Confermazione al gruppo che l’avrebbe dovuta ricevere nella scorsa primavera. I primi 22 ragazzini di San Venanzo, quindi, sono stati accolti sabato pomeriggio nella grande palestra del nuovo oratorio, inaugurato poco più di un mese fa. Posti assegnati (circa 75) per ciascun nucleo familiare, a distanza di un metro e 80 l’uno dall’altro. Niente padrini o madrine, la cui figura era stata già abolita con decreto dall’arcivescovo Renato Boccardo. Sul ballatoio della palestra, poi, sono state accolte altre cinquanta persone, con i posti segnalati a terra nel pieno rispetto delle distanze. Ma la vera novità si è avuta nel momento dell’amministrazione del sacramento, col ricorso ai batuffoli di cotone per l’unzione della fronte. Ce ne erano 22, uno per ragazzino, nel vassoio sostenuto da un catechista. Di volta in volta, il parroco ne ha prelevato uno, lo ha intinto nel vasetto dell’olio crismale e ha poi amministrato il sacramento. I batuffoli usati sono stati gettati di volta in volta nel recipiente tenuto dalla seconda catechista che ha affiancato il prete. Una piccola catena di montaggio che nulla ha tolto al rito, ma che ha garantito maggiore sicurezza. Martedì, alle 11, sono in programma altre 10 Cresime, mentre domenica 13 altri 12 ragazzini riceveranno la Prima Comunione e la Cresima. La parrocchia di San Venanzo è una delle più attive e vivaci del territorio. Guidata da oltre quarant’anni da Don Paolo Peciola, da poco ha anche un parroco coadiutore, don Edoardo Rossi. Il suo ingresso ha coinciso con l’inaugurazione dell’oratorio, costato più di un milione e mezzo di euro e realizzato in tre anni con fondi Cei, della Diocesi e dei parrocchiani.

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Il Messaggero