Follia no vax, scritta anti vaccino in chiave nazista nel centro di Perugia

La scritta in via del Topo nel centro di Perugia
PERUGIA - È lì da una settimana. Sull’arco di via del Topo, nel cuore di Perugia. È lì da una settimana la scritta folle “Impfung macht...

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PERUGIA - È lì da una settimana. Sull’arco di via del Topo, nel cuore di Perugia. È lì da una settimana la scritta folle “Impfung macht frei”. Traducendo la vaccinazione rende liberi. In tedesco, frase choc usata per parafrasare “Arbeit macht frei”, l’odiosa scritta che i nazisti mettevano all’ingresso dei campi di sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale, il lavoro rende liberi.


La storia racconta che quel motto venne usato per la prima volta a Dachau, nel 1933, nel campo di concentramento che vi fu costruito. Poi nel 1940 la scritta venne utilizzata anche per Auschwitz.
Lo slogan in via del Topo, traversa di via della Viola, è sull’arco che è sormontato da un’immagine della Madonna. A fianco disegnata la primula che è il simbolo della campagna di vaccinazione contro il Covid-19.
Ieri mattina l’ha vista anche una famiglia di turisti che verso l’ora di pranzo si è addentrata per una delle zone più caratteristiche del centro storico. Lì dove l’associazione Fiorivano le Viole, mentre infila iniziative, dà sfogo all’arte e alle idee utilizzando i muri, gli archi, le vetrine e i terrazzini dell’acropoli.
«È lì da una settimana- racconta un residente- come associazione ci siamo riuniti. Abbiamo deciso di non fare clamore. Di non toccare. Per non suscitare chissà quale reazione. Non fa parte delle nostre iniziative, no non è una scritta di qualche artista messa lì in maniera paradossale. No, no.». E allora si pensa ai no vax.
La segnalazione di quello che è accaduto in via del Topo è arrivata anche in Comune. Sembra che a palazzo dei Priori si sia mosso anche qualche consigliere comunale per farla cancellare. E anche qualche residente ha bussato alle porte del Municipio. Al di là di quello che è venuto fuori durante il confronto all’interno dell’associazione che da anni si batte per tenere viva quella parte di Perugia. E che a volte, come qualche settimana fa, deve fare i conti con la stupidità di chi ruba o danneggia le opere messe in mostra.

Ma stavolta è diverso. Stavolta c’è chi ha parafrasato lo slogan dei nazisti all’ingresso dei campi di concentramento per raccontare la sua contrarietà alla campagna vaccinale. Il garbo di chi ha guardato e deciso di non muoversi per alzare polveroni, è ammirevole. Se fosse uno scherzo sarebbe sicuramente di cattivissimo gusto. Perché scrivere quella frase sui mattoni facciavista di quell’arco? Perché sfruttare le iniziative di Fiorivano le Viole per un messaggio di quel tipo? Resta un gesto assurdo al di là di chi lo abbia fatto e quale ne sia il motivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero