Perugia, guerra ai locali aperti aggirando le norme anti Covid. I baristi: «Pronti a denunciare i furbi»

Perugia, guerra ai locali aperti aggirando le norme anti Covid. I baristi: «Pronti a denunciare i furbi»
PERUGIA - «Furbetti dei locali: sì, avete scritto giusto....

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PERUGIA - «Furbetti dei locali: sì, avete scritto giusto. Perché sabato pomeriggio all’esterno di qualche locale in centro storico c’erano gruppi anche di venti-trenta persone, mentre la maggior parte di noi si fa in quattro per evitare gli assembramenti all’esterno oppure direttamente preferisce chiudere». Comincia così la protesta di uno dei gestori di bar più conosciuti in centro storico. Uno che preferisce «tenere chiuso di sabato nonostante la crisi» pur di evitare di essere «un rischio sanitario e corresponsabile del protrarsi di una situazione da cui, se non cambiamo atteggiamento noi per primi, non se ne esce più». Insomma, quello dei furbetti dei locali pubblici non è soltanto una specie di mappa tracciata dalle forze dell’ordine ma un vero e proprio problema anche per la categoria di baristi e gestori di locali. «Era impressionante - continua il commerciante - vedere quegli assembramenti di persone all’esterno di alcuni bar, sabato pomeriggio. Quanti sono? Non tantissimi, quattro-cinque. Ma la ressa di persone che si crea è potenzialmente molto pericolosa. Non si può continuare a protrarre questo stato di cose, perché altrimenti non ne usciamo più». «È vero, siamo quasi allo stremo - sottolinea un altro gestore di un bar dell’acropoli - ma bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno: quanto è successo all’esterno di alcune attività commerciali nell’ultimo fine settimana, come anche in week end precedenti, se da un lato può rappresentare un “ristoro” economico momentaneo, dall’altro è anzitutto irrispettoso delle persone che in questo momento stanno soffrendo su un letto d’ospedale e al tempo stesso dannosissimo per tutta la categoria. Perché è solo tornando alla normalità che le nostre attività potranno tornare a respirare, e magari a sopravvivere. Ma in questo modo alla normalità ci si torna sempre più tardi». Insomma, pochi casi ma pare ben evidenti. Situazioni al tempo facili da individuare ma difficili da tenere sotto controllo «perché le forze dell’ordine non possono certo essere dappertutto in tutti i momenti - proseguono i baristi - e dopo il passaggio di una pattuglia si riforma subito l’assembramento». Insomma, serve fare le cose con grande attenzione. Ma non solo in centro. Perché forze dell’ordine e baristi sono concordi nell’individuare anche in altre zone di città, da Fontivegge a via Palermo fino a Pian di Massiano e ai Ponti altre situazioni critiche. 

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Il Messaggero