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CITTÀ DELLA PIEVE - «Ma non deve stare in casa?». Dalla domanda a pigiare il tasto “rec” della videocamera dello smartphone il passo è breve, brevissimo. Come quello che, lungo il confine, da Pò Bandino porta in Toscana. Siamo in un supermercato, e una donna intenta a fare la spesa tra le restrizioni e le difficoltà di questa infinita fase di coronavirus alza lo sguardo e riconosce immediatamente un uomo altrettanto impegnato a fare qualche acquisto. Il problema è che, conoscendolo, sa che fra quegli scaffali non può starci: è positivo al coronavirus e deve stare in casa. Altro che la spesa. La segnalazione al personale del supermercato è immediata, e altrettanto immediata arriva al comando della polizia locale. Gli agenti, una volta sul posto, ricostruiscono quanto accaduto e forti del video si recano all’abitazione dell’uomo (poco distante) per contestargli il palese divieto alle norme anti covid. Ma c’è di più: l’uomo che non ha rispettato le restrizioni è un carabiniere, vive nella zona di Pò Bandino ma è di stanza nella provincia di Siena. Dunque, secondo quanto si apprende, è tornato a casa a passare il periodo di quarantena prima di riprendere servizio. La contestazione che gli viene mossa dagli agenti della polizia locale sembra inoppugnabile, proprio per la presenza di un video che lo “inchioda” nel supermercato. E così, mentre vengono presi provvedimenti purtroppo inevitabili per l’esercizio commerciale, viene ricostruito il pomeriggio del militare: partito da Pò Bandino per andare a fare il tampone a Panicale, al ritorno verso casa si sarebbe fermato per alcuni brevissimi acquisti nel supermercato perché, sì, è positivo ma asintomatico. Una spiegazione che non può reggere, perché il problema è legato al rischio del contagio e della circolazione del virus, e che maggiormente stona trattandosi di un rappresentante delle forze dell’ordine che da un anno stanno pattugliando strade ed esercizi, elevando super multe e denunce, proprio per limitare i contagi.
«Ho dovuto far chiudere il supermercato il tempo necessario per l’opera di sanificazione, svolta da una ditta specializzata, ma il mattino dopo era già riaperto e funzionante - conferma il sindaco di Città della Pieve, Fausto Risini -.
Il Messaggero