Paziente Covid operato a Terni è il primo caso in Umbria

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Il 26 marzo all’ospedale di Terni una donna di Città di...

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Il 26 marzo all’ospedale di Terni una donna di Città di Castello positiva al Covid-19 è stata operata per la frattura di una caviglia. Ad eseguire l’intervento, il primo in Umbria su un paziente positivo al Covid, sono state le equipe di Ortopedia e di Anestesia e rianimazione, guidate rispettivamente dal dottor Sandro Latini e dalla dottoressa Rita Commissari. La paziente, una donna di 49 anni con diagnosi di frattura bimalleolare e lesione del tendine tibiale sinistro, era stata trasferita dall’ospedale di Città di Castello all’ospedale di Terni il 25 marzo per poter essere operata. Iniziato alle 16, l’intervento di riduzione della frattura e sutura del tendine è durato tre ore e mezzo ed ha comportato un grande sforzo da parte di tutti gli operatori coinvolti, che hanno indossato per tutto il tempo tutti i dispositivi di protezione individuali previsti dalle procedure. La paziente, con un regolare decorso post-operatorio, è attualmente ricoverata nell'area Covid a medio-bassa intensità assistenziale che si trova al quinto piano del corpo ospedaliero, in buone condizioni di salute. A nome di tutta la direzione aziendale il commissario Andrea Casciari ringrazia l’intera equipe e tutto il personale coinvolto nell’intervento, per la professionalità e la tempestività con cui hanno operato. «L’organizzazione e i protocolli adottati nel nostro ospedale per la gestione globale del Coronavirus ci consentono di operare in piena sicurezza anche su pazienti Covid-positivi – ha sottolineato con soddisfazione il commissario Casciari – ed abbiamo già garantito all'ospedale di Città di Castello e lo garantiamo anche ad altre strutture, sia la condivisione delle procedure sia la consulenza necessaria per consentire di effettuare in loco simili interventi». «Questo intervento – aggiunge Casciari - dà un segnale importante alla comunità: è fondamentale far capire alle persone che siamo in grado di garantire le cure urgenti, con qualità e sicurezza, anche ai pazienti positivi al Covid»
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Il Messaggero