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PERUGIA - Con un Rt che per la settimana anche l’Istituto superiore di sanità ha stimato sopra 1,2, l’Umbria si avvicina alla fascia arancione. L’epilogo di una curva dei contagi che, seppur in modo lineare, ha ripreso a crescere anche se con varie oscillazioni dovute al diverso numero di tamponi processati. Mauro Cristofori, esperto del Nucleo epidemiologico, parla di «risalita dei contagi non imponente» ma nelle ultime due settimane certificata anche dalle proiezioni statistiche. Trend sovrapponibile alle traiettorie Google sugli spostamenti che hanno evidenziato una maggior mobilità dopo l’8 dicembre e le conseguenze hanno iniziato a vedersi dopo 2-3 settimane.
Il ritrovato vigore del virus si è tradotto anche nella crescita dell’incidenza sulla popolazione, dato che tra il 21 e 27 dicembre è arrivato a 94,51 casi per 100mila abitanti e nella settimana 4-10 gennaio è risalito a 167,22. Un trend che si riflette sulle fasce d’età con una crescita anomala registrata tra gli over 85 uomini, mentre considerando l’età scolare non si notano scostamenti rispetto alla curva. L’aumento dei ricoveri ordinari, iniziato il 23 dicembre, è riferibile agli allentamenti post 7 dicembre. «Questo – spiega Cristofori – ha causato una sorta di rilassamento nel controllo degli spostamenti». Aspetto che con un ritardo di un’altra settimana si è riverberato anche sulle terapie intensive. «C’è un leggero aumento, seppur con molte oscillazioni, mentre tra i decessi al calo registrato fino al 4 gennaio, ha fatto seguito una lieve ripresa in un trend ancora non chiaro». Uno studio dell’Associazione italiana epidemiologia, cui ha aderito anche il nucleo di ricerca di Palazzo Donini, ha evidenziato come nel confronto tra regioni, la curva del contagio umbra abbia seguito lo stesso andamento (piegatura verso il basso) dalle “zone rosse”. «I provvedimenti restrittivi verso scuole e centri commerciali hanno prodotto gli effetti di una mini zona rossa».
Evidenza confermata dall’analisi comparata coi dati sugli spostamenti di Google. «Un indicatore indiretto che dà informazioni su come il virus si è spostato – spiega Carla Bietta del Nucleo epidemiologico – e utile a livello di tracciamento, visto il diffuso utilizzo dello smartphone».
Il Messaggero