Terni, l'ex sindaco Latini: «Vigilantes pagati da Unicusano? Così si mette a rischio il sistema democratico»

Leonardo Latini, fino a maggio scorso sindaco di Terni, ora tornato al mestiere di avvocato. Come valuta la decisione del sindaco Bandecchi di usare vigilantes privati pagati da...

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Leonardo Latini, fino a maggio scorso sindaco di Terni, ora tornato al mestiere di avvocato. Come valuta la decisione del sindaco Bandecchi di usare vigilantes privati pagati da Unicusano?

«E' una situazione frutto della condizione particolare in cui si trova ad amministrare questa giunta. C'è un sindaco che è anche segretario nazionale del partito e imprenditore e c'è una giunta e un consiglio che appartengono a quell'unico partito. Il sindaco non deve rispondere a nessuno. E fa intervenire la sua azienda a supportare l'azione politica. Questo modello era già chiaro con il portale "Aiutiamo Terni": il vicesindaco ha invitato i cittadini a indicare al partito, e non agli uffici preposti dalle istituzioni, i problemi della città. Il partito, quindi, diventa ponte tra la città e l'istituzione, che è governata dallo stesso partito».
Esiste un altro posto del mondo in cui succede questo?
«Non mi risulta».
Questa situazione, però, permette di agire velocemente: in sei giorni dalla delibera sono arrivati i vigilantes .
«Io credo, però, che ci sia il rischio di una alterazione del gioco democratico: in questo modo chi ha disponibilità economica è privilegiato nella corsa politica. Faccio un esempio: lei è più brava del suo avversario come potenziale sindaco ma non ha molti soldi. Il suo competitor è meno bravo ma può disporre di un'azienda che, in autonomia, realizza i progetti e investe nel programma politico. In questo caso chi vota potrebbe essere indotto a scegliere il candidato più ricco e non quello più bravo. Cioè, barattare la propria libertà di scelta in cambio della disponibilità economica».
La capacità di realizzazione, però, è un vantaggio.
«La velocità incide nel breve periodo. Una efficace azione politica e una visione nel medio e lungo periodo. Il compito della politica è recuperare quindi i propri spazi ed elaborare una progettazione che guarda al futuro. A mio avviso occorrerebbe tornare a questo, recuperando le prospettive e la progettualità che aveva messo in campo la mia amministrazione».
Come vede la città oggi?
«Divisa. Quando sono stato eletto la città veniva da un periodo durissimo, c'era stata un'inchiesta. Io ho subito detto che avrei fatto di tutto per ritrovare la coesione. Perchè credo che sia anche un valore economico oltre che sociale. Nelle comunità lacerate si perdono i fattori competitivi, in quelle coese viene fuori il meglio di ciascuno e si hanno migliori risultati a livello sociale ma anche di rendimento economico e di crescita culturale. Una città lacerata e l'unicità della situazione che sta vivendo Terni oggi possono portare a una situazione di isolamento e mancanza di attrattività ed essere pregiudiziali in particolar modo nel momento in cui occorrerà valorizzare i fondi del Pnrr o arriveranno altre risorse ».
Bandecchi dice che quando era un bancomat era amato, ora che è un politico è attaccato.

«Un conto è la figura dell'imprenditore filantropo, un'altra è la veste di segretario politico, ancor più di sindaco. Anche io sono stato attaccato duramente nei cinque anni del mio mandato mentre prima facevo tranquillamente l'avvocato».

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Il Messaggero