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PERUGIA - Dal dipendente dell’Agenzia delle Entrate che spiava i contribuenti, accedendo impropriamente all’anagrafe tributaria, al quello della Regione che versava sul suo conto personale i pagamenti del bollo auto, facendoli falsamente risultati come pagati all’ente pubblico. Sono numerosi i lavoratori della pubblica amministrazione citati dalla magistratura contabile. Curioso il caso del comunale che attribuiva illecitamente la residenza anagrafica a cittadini brasiliani che arrivavano a pagare, secondo l’ipotesi, 7mila euro per ogni pratica. Un istruttore direttivo è invece finito nei guai per aver promosso sul campo, senza che ci fossero le condizioni, un ausiliario del traffico ad agente comunale di polizia stradale. Numerose le frodi per indebita percezione di contributi pubblici, mentre tra gli assenteisti, un agente penitenziario è accusato di aver fornito copie di vecchi certificati medici per usufruire della malattia. Sei i dipendenti comunali che durante l’orario di lavoro facevano altro, mentre un altro è finito nei guai per via della suocera: l’aveva data come convivente per ottenere permessi di assistenza, ma l’anziana era da tutt’altra parte.
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Il Messaggero