Coronavirus, mascherine con frode: Perugia, denunciato imprenditore

Indagini del Nas di Perugia
PERUGIA - Guerra ai furbi del coronavirus, a chi produce e mette in vendita oggetti di primissima necessità come le mascherine ma in modo assolutamente fuorilegge, e...

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PERUGIA - Guerra ai furbi del coronavirus, a chi produce e mette in vendita oggetti di primissima necessità come le mascherine ma in modo assolutamente fuorilegge, e guadagnandoci sopra. Il Nas di Perugia, diretto dal tenente colonnello Giuseppe Schienalunga,  ha denunciato alla Procura della Repubblica  di Perugia un imprenditore ritenuto responsabile di frode in commercio per aver prodotto e messo in vendita mascherine facciali dichiarate come Dispositivi di Protezione Individuale, ma risultate prive dei requisiti necessari.


L'azienda in realtà operava la produzione in deroga e il commercio di semplici mascherine protettive, senza poterne documentare l'idoneità alle funzioni di elevata protezione dagli agenti infettivi.

L'indagine rientra nella più ampia attività di indagine a livello nazionale da parte dei carabinieri del Nas per l'emergenza Covid-19. Migliaia di mascherine e prodotti igienizzanti sono stati sequestrati soltanto negli ultimi giorni con interventi che hanno portato a denunce e sanzioni. In particolare sono state sequestrate 8.100 mascherine di varie categorie, dalle semplici antipolvere, a quelle chirurgiche fino ai dispositivi di protezione individuale (come FFP2), risultate irregolari, prive delle caratteristiche dichiarate da produttori e venditori e oggetto di importazione con modalità non consentite.

Sempre negli ultimi giorni sono state bloccate 14.800 confezioni di prodotti vantanti qualità antimicrobiche e disinfettanti non possedute e peraltro in assenza di qualsiasi registrazione come biocidi o presidi medico-chirurgici. Nelle diverse operazioni sono stati denunciati all'Autorità giudiziaria 6 titolari di esercizi produttivi e commerciali ed altri 16 sono stati sanzionati amministrativamente per complessivi 25 mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero