Perugia, il Covid-19 non ferma le nascite: a marzo oltre 150 neonati

Il neonato Federico, con la mamma Sara e le ostetriche Antonella e Lara
PERUGIA - L’emergenza coronavirus non ferma le nascite all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Una bella notizia che arriva direttamente dalla struttura di...

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PERUGIA - L’emergenza coronavirus non ferma le nascite all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Una bella notizia che arriva direttamente dalla struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Perugia. I nuovi nati nel primo trimestre del 2020 sono stati 450.


Un dato che, come assicurano dalla struttura ospedaliera, segue il trend dello stesso periodo del 2019 ma che si chiude con un incremento,seppur modesto. «Un risultato incoraggiante», lo ha definito il direttore della struttura Giorgio Epicoco e in netta controtendenza con le nascite in Italia in costante calo.

A marzo i nuovi nati sono 152, come a dire che, nonostante la struttura ospedaliera sia blindata, il personale sanitario continua a lavorare puntando sulla qualità dell’assistenza. Uno degli ultimi è stato Federico che, alle 5.25 di domenica, con il peso di 3.460 chilogrammi, è diventato il primogenito di Sara e Fabio. Ad assistere durante il parto la neo mamma e ad rassicurare il papà in attesa nei corridoi della struttura di Ostetricia, le ostetriche Antonella Allegrucci e Lara Luchetti.

Tra le restrizioni previste dalla struttura ospedaliera di Perugia per contenere il contagio da Covid-19, e che forse preoccupa di più i neo genitori, è quella che limita l’accesso al padre del nascituroelasuapresenzainospedale, come degli altri visitatori. Anche al momento del parto la neo mamma è solo e assistita dal personale sanitario senza il partner. Misure difficili e che nei neo genitori possono creare qualche preoccupazione, ma necessarie per evitare la propagazione del virus, seppur involontaria, ai sanitari e da loro alle altre donne in gravidanza. In quest’ottica, restringere le visite ad un’ora al giorno (dalle 12 alle 13), può essere visto come un ulteriore senso di sicurezza e protezione. Inoltre, la degenza, se non sussistono complicazioni, è rapida e mamma e bambino lascianol’ospedaledopo48ore. CristianaMapelli Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero