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Ospedali a corto di Dpi, scatta la corsa agli affidamenti diretti “per evitare l’interruzione di pubblico servizio”. Così, due giorni fa, in piena emergenza Covid-19, la Asl 2 ha deliberato l’avvio della procedura urgente per l’acquisto di protezioni da destinare al personale di tutta la rete ospedaliera. Una partita che supera, considerando un fabbisogno di sei mesi, i tre milioni di euro: all’incirca, più di 17.500 euro al giorno, decisamente ben spesi. Quando arriveranno le forniture non è ancora dato sapere, ma una cosa è certa: qualche ritardo procedurale c’è stato. Perché se è vero che la riconfigurazione dell’ospedale di Spoleto, come struttura regionale dedicata all’emergenza coronavirus, è stata decisa in corsa e ha inevitabilmente determinato un aumento del fabbisogno, è altrettanto innegabile che l’avvio delle procedure per l’acquisto dei materiali, che già iniziavano a scarseggiare, era in realtà previsto per metà ottobre. Cosa è accaduto? Lo scrive il commissario straordinario della Asl 2 Massimo De Fino, ripercorrendo gli ultimi mesi. A settembre, viene ricordato in delibera, il Commissario regionale Covid Antonio Onnis, in previsione della seconda ondata dei contagi, invita le quattro aziende sanitarie umbre (Asl 1, Asl e Aziende Ospedaliere di Perugia e Terni) a rappresentare il quadro delle necessità. Stabilito il fabbisogno complessivo, a ciascuna azienda viene affidato il compito di indire le relative gare, come responsabili unici del procedimento di Umbria Salute. Dell’acquisto di teli set e camici viene incaricata la Asl 2, di Dpi l’Azienda ospedaliera di Perugia, dei guanti l’Azienda ospedaliera di Terni, mentre di igienizzanti, tamponi e termometri la Asl 1. Tutte le procedure – si rileva – vengono indette dall’amministratore unico di Umbria Salute, su proposta delle aziende designate. Ma all’appello manca la gara per l’acquisto di Dpi, che mette inevitabilmente in affanno l’intero sistema. I dispositivi di protezione iniziano infatti a scarseggiare, soprattutto a Spoleto – che nel calcolo del fabbisogno fatto a settembre – non era ancora stato individuato come ospedale Covid. “A differenza delle altre, la gara per Dpi non è neanche stata indetta e le scorte sono in esaurimento”, evidenzia la Asl2, ricordando di averla anche sollecitata. Da qui la decisione di provvedere subito con affidamenti diretti, “per evitare interruzioni di pubblico servizio”, che potrebbero determinarsi se i sanitari si rifiutassero di operare di fronte all’inadeguatezza delle protezioni. Cosa finora mai avvenuta, ovviamente, col personale ospedaliero che ha sempre mostrato grande spirito di servizio, cercando anche, in qualche caso, soluzioni fai da te per tamponare le carenze (c’è chi, ad esempio, racconta di aver riparato le visiere con i cerotti).
Il Messaggero