Ci sono momenti nella storia di Terni che la figura di San Valentino diventa centrale per la comunità. Quello che è andato in scena oggi pomeriggio in Basilica...
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San Valentino è invocato per i dolori al ventre, gli svenimenti e la peste. Quella peste che il 21 giugno 1657 obbligò il vescovo dell’epoca, Monsignor Vincenzo Gentili ad impartire dalla Torre Barbarasa la benedizione, in questo caso le reliquie del sangue di Gesù custodite in Cattedrale. La peste sul finire dell’estate scomparve.
Durante l’omelia Giuseppe Piemontese l’importanza in questo periodo della famiglia, soffermandosi di come siano importanti le celebrazioni eucaristiche troppo spesso dimenticate dai fedeli ancor prima del Coronavirus: «Purtroppo questa pandemia non ci ha fatto concludere le manifestazioni per il Santo Patrono». La celebrazione, a cui ha partecipato pure il sindaco Leonardo Latini, è servita anche a questo.
Il Messaggero