Coronavirus, la telenascita di Armando a Spoleto, il papà emozionato: «Così ho partecipato al parto» Foto

Sara e Diego con il piccolo Armando. Nel riquadro, un momento della videochiamata
Una videochiamata non allunga la vita, ma in tempo di coronavirus può esaltarne la meraviglia, regalando grandi emozioni. Ne sanno qualcosa Sara e Diego, che giovedì...

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Una videochiamata non allunga la vita, ma in tempo di coronavirus può esaltarne la meraviglia, regalando grandi emozioni. Ne sanno qualcosa Sara e Diego, che giovedì scorso hanno assaporato per la prima volta la gioia di diventare mamma e papà. La nascita del loro primogenito Armando, nell’ospedale di Spoleto, sarà ricordata con alcuni dati essenziali: primo vagito ore 18.24, peso 2700 grammi, batteria al di sotto del 50 per cento.


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Già, la batteria, perché il piccolo Armando da grande potrà raccontare di essere uno dei pochi nati in videochiamata: segno dell’emergenza pandemica, più che dei tempi. A raccontare la storia sono stati proprio papà Diego Cesaretti e mamma Sara Bellassai, tra una poppata e l’altra del piccolo Armando, che porta orgogliosamente il nome del nonno paterno.

Diego, come è andata?
“È successo tutto in modo molto spontaneo, niente di programmato. Lo staff di Ostetricia di Spoleto, in questo momento difficile per tutti, oltre a dimostrare grande professionalità mi ha dato la possibilità di assistere alla nascita di mio figlio. Grazie, grazie”.
Se non ci fosse stata l’emergenza avresti assistito al parto?
“Assolutamente sì. Con l’avvicinarsi del grande giorno, però, sapevamo che non sarebbe stato possibile e la sera prima la dottoressa ce lo ha detto chiaro e tondo: le attuali restrizioni impediscono al papà di presenziare in sala parto. Io mi sono rassegnato, Sara è scoppiata in lacrime. Era un momento che avevamo immaginato tante volte insieme”.
Quando è arrivata la sorpresa?
“Giovedì pomeriggio. Ero tornato a casa, perché in ospedale non potevo stare e a un certo punto mi è arrivata la videochiamata di Sara. Mi ha detto che aveva le contrazioni e che si trovava in sala parto. Così ho partecipato al travaglio”.
La videochiamata è proseguita?
“Sì, a quel punto sono stato io stesso a chiedere di continuare. Le ragazze dello staff di Ostetricia hanno annuito, ben sapendo l'importanza di questa speciale concessione. Una sanitaria si è improvvisata cineoperatrice e ha ripreso tutte le fasi. È stata un’esperienza meravigliosa: non potendo stringere le mani a Sara, facevo screenshot!”.
La nascita?

“Ho sentito l’urlo fortissimo della mia compagna, poi un istante di silenzio e il vagito. Sono rimasto di sasso - un po' impaurito - poi ho capito che era nato! Istanti indescrivibili, che resteranno sempre impressi nel nostro cuore. Grazie ancora”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero