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PERUGIA - Piano dopo piano (quando c’è), ma piano. Un gioco di parole che rappresenta lo stato dell’arte sul rientro del 7 gennaio delle scuole superiori, un evento che vede ancora un campo di battaglia molto affollato. Soprattutto un evento che in Umbria potrebbe slittare a lunedì 11 gennaio. La Regione ci sta ragionando alla luce dei dati sui contagi e anche per l’esigenza di mettere a punto, in sede periferica, il piano anti assembramento. Un passo avanti nella logistica del rientro è stato fatto ieri mattina con la riunione convocata dal prefetto Gradone del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica al fine di pianificare il servizio anti assembramento. Nella riunione sono state stabilite le linee generali di intervento relativamente ai luoghi segnalati da Busitalia di massimo assembramento avvenuto in passato su alcune fermate degli autobus e davanti alle scuole. Insomma sono stati definiti i luoghi, vicini alle stazioni di arrivo e smistamento degli studenti, nei quali devono essere previsti gli interventi di controllo da parte delle forze dell’ordine e delle polizie municipali con il sussidio dei volontari della protezione civile. Ma è proprio su quest’ultima “voce” di attuazione del piano che si sono manifestate difficoltà: non sarà facile trovare, da parte delle forze interessate, il personale sufficiente per fare i controlli e tutto sarà deciso sui tavoli territoriali. Insomma al momento non sarebbe stato possibile definire quali e quanti uomini controlleranno le aree a rischio assembramento. Intanto si continua a discutere su come e quando rientrare. Cosa farà la Regione che già un’altra volta è andata oltre il Dpcm? Questa è la domanda che si pone il mondo della scuola umbra, già disorientato dal fatto che è stato annunciato il passaggio, dopo una settimana di rientro al 50%, al 75% di presenza con i due turni di ingresso e lezioni 8-13 e 10-15. La risposta dovrebbe arrivare già da oggi. INTERVIENE LA CISL «Stiamo correndo dietro a problemi che sono noti da mesi – dice Erica Cassetta Segretaria Generale Cisl Scuola Umbria -. E sono sempre quelli sia sul piano sanitario che su quello dei trasporti e se i problemi ci sono ancora le responsabilità sono in parte nazionali ma anche locali. Ragioniamo sull’ Umbria: alla riapertura delle scuole, in campo sanitario, e parliamo anche di tracciamenti, si è manifestata una palese incapacità organizzativa in gran parte dovuta allo svuotamento delle strutture periferiche. A Perugia le cose sono andate meglio ma in altre aree della regione lo scollamento tra scuola e sanità è stato pesante». Anche sulla mobilità la Cassetta, che ha partecipato ai tavoli convocati in Prefettura, ha di che dire: «Sul discorso dei trasporti è stato subito fatto presente che ulteriori investimenti non erano possibili perché da parte della Regione non c’era la minima intenzione di aumentare le tasse per poterli fare.
Il Messaggero