Coronavirus, tornano a salire i guariti. Così il vaccino per l'Umbria

Coronavirus, tornano a salire i guariti. Così il vaccino per l'Umbria
PERUGIA - Il contatore Covid dell’Umbria aumenta di altri 277 casi, scoperti a fronte di oltre 4.500 tamponi, 933 dei quali processati con test antigenico rapido. Tornano a...

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PERUGIA - Il contatore Covid dell’Umbria aumenta di altri 277 casi, scoperti a fronte di oltre 4.500 tamponi, 933 dei quali processati con test antigenico rapido. Tornano a scendere gli attualmente positivi che contano 31 unità in meno, cosa che, considerando i dati dei giorni feriali, non accadeva da quasi un mese: nell’ultima giornata, infatti, sono 300 i guariti. Sempre sull’altalena il dato dei decessi, stabili i dati ospedalieri. Questo mentre sul versante vaccini l’Umbria ha iniziato la somministrazione delle prime dosi Moderna e tra il 25 e il 26 sembra confermato l’arrivo del previsto stock di vaccini Pfizer. A livello territoriale, impennata di casi a Marsciano (+21) mentre Magione blinda i parchi pubblici.


Resta sostenuto il trend dei contagi nella regione con 277 nuovi casi che fanno salire la media giornaliera di gennaio a 195 (dicembre si era chiuso a 165) con mentre il totale settimanale si mantiene ormai da due settimane sopra 1.400. Gli ultimi contagi sono emersi dai 3.576 tamponi processati con test molecolare con un’incidenza del 7,75% e una media mobile giornaliera (sui sette giorni) che si mantiene di poco superiore al 7%. A livello di screening, vanno aggiunti i 933 campioni analizzati con test rapido che porta il totale, da quando è iniziato il conteggio, a 3.906 con la Regione che non ha attribuito a tali esami alcuna diagnosi. Nelle ultime due settimane, il totale dei tamponi processati con test molecolare è salito del 16%. Sul versante ospedaliero si contano 11 ricoveri ordinari in meno, ma il numero delle intensive, 46, fatica a scendere: altri 2 gli ingressi del giorno. Poco confortanti i segnali che arrivano sul versante decessi, indicatore epidemico che resta altamente oscillante con otto nuovi casi letali segnalati tra martedì e mercoledì mattina. Continua a crescere seppur lievemente l’incidenza rispetto al totale dei contagi rilevati dopo il primo ottobre: 2.07% (2,17% dall’inizio della pandemia) contro il 2,28 nazionale. Tre casi letali riguardano pazienti residenti a Perugia, due a Magione, dove dal 28 dicembre si sono registrati sei decessi, con altre vittime a Gubbio, Panicale e Deruta (seconda vittima in due giorni).
A livello territoriale, la presenza del contagio, rispetto alla popolazione, resta elevata a Magione con 216 casi attivi (-9) pari al 14,6 per mille. In due giorni sono tuttavia 32 le nuove diagnosi e per arginare la diffusione, il Comune ha disposto la chiusura delle aree verdi pubbliche inibendo l’accesso alle attrezzature ludico-ricreative in tutto il territorio, frazioni comprese (escluso il percorso ciclo-pedonale lacustre). I parchi resteranno chiusi fino al 15 febbraio anche come risposta a certi comportamenti riscontrati in un’area verde cittadina dove polizia municipale e carabinieri hanno identificato sei ragazzini che giocavano a calcio senza mascherina. A carico delle famiglie verbale con sanzione da 400 euro. Un terzo degli ultimi casi scoperti a livello regionale arrivano da Perugia, numero alimentato anche da interi cluster familiari. In un caso, partito da uno dei due genitori, docente del primo grado, col virus che si è propagato al resto del nucleo, nonni compresi. Insolita crescita di casi, +21, a Marsciano; altri 13 casi sia a Gubbio che a Corciano.

Intanto, va avanti la campagna vaccinale con la somministrazione della seconda dose tra coloro che l’hanno ricevuta dopo il 31 dicembre. Altre 319 le inoculazioni eseguite ieri (13.808 il totale) mentre a Foligno sono state somministrate le prime 40 dosi del vaccino Moderna. Intanto, secondo quanto filtra dalla struttura commissariale nazionale, l’Umbria non dovrebbe vedere a rischio la prossima consegna Pfizer, 4 plateau da 1.170 dosi ciascuno (4.680 dosi), prevista tra lunedì e martedì prossimi. Al vaglio c’è tuttavia un piano di redistribuzione rispetto al quale il commissario Arcuri ha chiesto una ricognizione anche all’Umbria rispetto alle quantità finora inviate. I ritardi di Pfizer, infatti, non dovrebbero condizionare regioni che hanno iniziato l’inoculazione del richiamo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero