Professori sani in quarantena e pochi supplenti, così le scuole vanno in crisi in Umbria

Professori sani in quarantena e pochi supplenti, così le scuole vanno in crisi in Umbria
PERUGIA - I grandi numeri degli studenti in quarantena sono in continuo aumento tanto da poter dire che siamo abbondantemente alle quattro cifre rispetto ai 417 (in diciotto...

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PERUGIA - I grandi numeri degli studenti in quarantena sono in continuo aumento tanto da poter dire che siamo abbondantemente alle quattro cifre rispetto ai 417 (in diciotto scuole) della settimana a cavallo tra settembre e ottobre, e gli 848 (in trentatré scuole) degli undici giorni calcolati tra il 5 e il prossimo 15 ottobre. Di giorno in giorno la lista delle classi si allunga, anzi comincia a prendere corpo la lista delle scuole che chiudono momentaneamente i battenti ripristinando la didattica a distanza.

IL PERSONALE

Ma i grandi numeri delle quarantene vanno valutati con la testa, non con la pancia, perché non descrivono una tragica situazione di contagi all’interno delle scuole: basta un solo alunno suo malgrado positivo che ha rimediato il virus per fare stare a casa una classe di asintomatici (quasi sempre tutti negativi), i suoi insegnanti e pure i collaboratori scolastici che ci sono stati a contatto. Già, insegnanti e bidelli: e qui nasce il problema. Che si parli di didattica a distanza o meno, le scuole vanno in crisi per la mancanza di personale. Un docente sano che va in quarantena non può fare ufficialmente la didattica a distanza, tantomeno può insegnare in presenza alle altre sue classi che non essendo in quarantena vanno regolarmente a scuola. Del problema delle classi che restano scoperte ne sa qualcosa Rita Coccia del Volta di Piscille dove tre classi in quarantena si sono portate dietro nella stessa condizione 20 insegnanti con susseguente affannosa ricerca di supplenti.

CHIUSURE TOTALI

Tra i primi, anzi il primo a dover ricorrere alla ratio estrema delle chiusura, seppur temporanea, di un intero plesso è stato il dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo di Valfabbrica professor Fabio Gallina che sul finire della scorsa settimana «a seguito del riscontrato esito positivo al tampone Covid-19 di un alunno» ha dovuto comunicare al sindaco «la impossibilità di garantire il funzionamento del plesso della Secondaria di I grado per le «relative misure di sorveglianza sanitaria disposte sul personale docente ed Ata che non consentono lo svolgimento in sicurezza dell'attività scolastica». La chiusura della scuola è stata ordinata dal neo sindaco di Valfabbrica Enrico Bacoccoli «con il quale – dice Gallina - c’è stata un’ottima collaborazione ed è stato possibile gestire al meglio l’emergenza». A Valfabbrica è stata attivata la didattica a distanza asincrona, da domani tutti nuovamente in classe. Valfabbrica è, ormai, uno dei tanti esempi.

ORARI RIDOTTI

La mancanza di inseganti perché in quarantena, cui si aggiungono i posti vuoti in attesa dei supplenti dalle graduatorie Gps e di Istituto, costringe i presidi a mantenere ancora l’orario provvisorio ridotto. Il che va ad impattare sul servizio di trasporto scolastico che, come sottolineato dall’assessore Melasecche ieri, in alcuni casi si ritrova diverse centinaia di studenti usciti tutti alla stesa ora con innegabili difficoltà.

NODO SUPPLENTI

Il docente che in quarantena molto spesso mantiene i contatti ma essendo considerato in malattia, come noto, non fare la normale lezione, così va sostituito con un supplente. «E si verificano situazioni paradossali – spiega Federico Ferri Dirigente dell’Ic Perugia 7 –. I supplenti si trovano da un giorno all’altro a fare didattica a distanza con bambini che non hanno mai visto in faccia e svolgere il proprio lavoro in queste condizioni è davvero difficile. Come se ne esce? In questo momento eccezionale noi dirigenti, al di là di una circolare dell’Inps, auspichiamo una norma ministeriale ad hoc per consentire ai docenti in quarantena ma negativi, di non essere considerati in malattia in modo che possano svolgere ufficialmente la loro attività da remoto».

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Il Messaggero