Si riparte: ecco tutte le regole per mercati, palestre e piscine

Si riparte: ecco tutte le regole per mercati, palestre e piscine
PERUGIA - L’Umbria cambia passo. Da oggi entra in vigore l’ordinanza numero 28 della giunta regionale: saranno aperti mercatini, agriturismi, palestre, piscine, musei...

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PERUGIA - L’Umbria cambia passo. Da oggi entra in vigore l’ordinanza numero 28 della giunta regionale: saranno aperti mercatini, agriturismi, palestre, piscine, musei e biblioteche. È la Fase due e mezzo,anzi più tre che due.


LE REGOLE
Per i mercati vale la stessa regola delle altre attività commerciali: mantenere le distanze minime resta ’elemento fondamentale. Il minimo di un metro di distanza resta il parametro valido anche per le attività extralberghiere: distanziamento interpersonale dialmeno un metro in tutte le aree comuni, favorire la differenziazione dei percorsi all’interno delle strutture, in particolare attenzione nelle zone di ingresso e uscita e per gli ospiti l’obbligo di indossare la mascherina, inoltre le strutture dovranno garantire sistemi per l’igiene delle mani. Per le piscine, invece, è stabilito che tutti gli indumenti e gli oggetti personali dovranno essere riposti dentro la borsa personale, e se saranno depositati negli armadietti «si raccomanda - precisa l’ordinanza-di non consentire l’uso promiscuo degli armadietti e di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali». In palestra vale la regola delle distanze doppie: minimo un metro tra le persone “a riposo” e due metri quando viene svolta attività fisica.

Al museo, invece, si entra con la mascherina e dovranno essere organizzati percorsi «evidenziando le aree, anche con segnaletica sul pavimento, per favorire il distanziamento interpersonale e che prevedano una separazione tra ingresso e uscita». Si tratta di abitudini destinate ad entrare nella vita quotidiana di tutti per un bel po’ di tempo.

L’APPELLO
L’Umbria riparte e la direzione regionale sanità sceglie di rivolgere un appello alla prudenza: «Sono state stilate delle linee guida ferree da applicare in ogni singola realtà, ma nessuna direttiva può produrre il suo reale effetto se viene a mancare l’attenzione quotidiana e il rispetto delle regole comportamentali da partedinoicittadini, vienerimarcato. Poi ancora: «È giusto esprimere apprezzamento agli umbri perilgrande senso diresponsabilità dimostrato sinora, in questa fase è fondamentale continuare ad adottare, come fatto sinora, tutte le precauzioni utili per scongiurare il rischio di una risalita del contagio».

LA BATTAGLIA DEI TRASPORTI

E nel giorno in cui scatta la “Fase due e mezzo” sale la tensione tra la Regione e i sindacati del trasporto pubblico che rimarcano da giorni quella che definiscono una mancata riapertura del settore, mantenuto ancora alla metà del servizio. Lo scontro riguarda anche i fondi trasferiti dal governonazionale alle Regioni:i sindacati spiegano come le risorse del fondo nazionale dei trasporti risultino di fatto disponibili poiché l’ultimo Dpcm anche nel caso dell’Umbria destina il 100 per cento delle somme nelle casse della Regione entro il 30 giugno. Si tratta di fondi indispensabili anche alla luce della cassa integrazione. Il nodo ancora da sciogliere riguarda, però, la rimodulazione dei servizi, indispensabili per raggiungere in maniera capillare tutti comuni umbri, anche i più piccoli, ma ancora non al completo. La Regione, da canto suo, ha finora spiegato di aver fissato un patto con le aziende del Tpl per tenere a disposizione mezzi “caldi” da mettere in movimento nel caso in cui la domanda cresca in specifiche fasce orarie e in specifiche tratte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero