Coronavirus, sei mesi per ribaltare la sanità, ipotesi taglio di due Aziende su quattro

Visita all'ospedale della governatrice Tesei
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PERUGIA Tutto in sei mesi. La tabella di marcia per ridisegnare il sistema della sanità umbra è fatta. I dettagli - alcuni importanti - sono da discutere, ma il limite di tempo è fissato. Regione e Università puntano ad arrivare alla firma della nuova Convenzione entro il 2020. «Contiamo di definire gli elementi significativi nell’arco di un paio di mesi - spiega l’assessore regionale Luca Coletto - ... la fine dell’anno può essere un tempo ragionevole per arrivare alla firma». E nello stesso periodo dovrà essere chiusa anche la riforma delle aziende. «Quello è un atto di programmazione, quindi va votato in consiglio regionale», spiega l’assessore. La giunta predisporrà un disegno di legge, poi la partita si giocherà nell’Aula di Palazzo Cesaroni.

Proprio quella parola «riforma», ieri è uscita di bocca anche al nuovo commissario dell’azienda ospedaliera di Perugia, Marcello Giannico, arrivato da una decina di giorni e già impegnato a fare gli onori di casa in occasione della visita al Santa Maria della Misericordia della governatrice Donatella Tesei e del rettore Maurizio Oliviero insieme al sindaco Andrea Romizi. Giannico, 49 anni, è stato nominato nei giorni scorsi e come gli altri tre commissari delle aziende sanitarie umbre ha un incarico fino a fine anno, eppure a sentirlo parlare di «innovazione... presupposti per iniziare a lavorare bene» e anche di «riforme che nel breve tempo potrebbero non essere accolte bene da tutti...», non si ha la sensazione di ascoltare un manager solo di passaggio. 
La giornata di ieri ha segnato qualcosa di simile al “pronti-partenza-via” della sanità regionale, con la coppia Tesei-Oliviero a scambiarsi inviti alla reciproca collaborazione. Governatrice e rettore hanno visitato uno di fianco all’altra il reparto di Terapia intensiva II, fondamentale nell’emergenza Covid, il blocco operatorio Trancanelli cuore dell’attività chirurgica, la Breast Unit, dove le donne sono seguite a 360 gradi per la cura del tumore al seno e la nuova sede della Clinica ortopedica. 
Ora lo sguardo è al futuro. L’Università ha già fatto la propria riforma, tutt’altro che scontata: i dipartimenti di Medicina sono stati ridotti da tre ad uno con l’intento di mettere una pietra sopra a guerre interne e doppioni. «Abbiamo davanti un momento storico mai così favorevole per costruire il futuro, siamo in un clima rinnovato, non possiamo permetterci di giocare con i tatticismi, è tempo di mettere da parte le diffidenze che ancora ci sono», dice Maurizio Oliviero.
E la Regione? «Con il rettore condividiamo la visione, anche prospettica, della sanità regionale. La collaborazione con l’ateneo è fondamentale per il sistema sanitario - rimarca la presidente Tesei - dobbiamo avere la capacità di superare le difficoltà presenti nel settore, a cominciare dalle liste d’attesa, aumentate ora anche per l’emergenza Covid. Al centro della nostra azione di governo regionale c’è una sanità pubblica forte, efficiente, equa ed universale, in grado di dare risposte direttamente sul territorio».

La nuova convenzione tra Regione e Università ricalcherà nei principi generali il “memorandum per la Salute” firmato da Oliviero e Tesei a fine gennaio. Ma dalla teoria alla pratica il passo non sarà scontato. Proprio le ultime righe di quel memorandum aprono la strada alla riforma: «Essendo ipotizzabile un cambiamento dell’attuale assetto organizzativo e operativo delle Asl - è scritto -... onde non vincolare le amministrazioni con scelte potenzialmente non coerenti col futuro... le parti concordano sull’opportunità di mantenere la gestione delle aziende sanitarie in fase commissariale». Quante aziende resteranno in piedi delle quattro attuali? Presto per dirlo, ma se quattro sono troppe e una è poco, due potrebbero essere un buon compromesso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero