Coronavirus, mascherine per l'Umbria ferme in Azerbaijan

Coronavirus, mascherine per l'Umbria ferme in Azerbaijan
PERUGIA - In Umbria, secondo i dati della Protezione civile regionale, servono 195mila mascherine al mese. Se per quelle chirurgiche non c’è problema e gli...

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PERUGIA - In Umbria, secondo i dati della Protezione civile regionale, servono 195mila mascherine al mese. Se per quelle chirurgiche non c’è problema e gli approvvigionamenti negli ospedali e nei vari poli sanitari non destano preoccupazioni, c’è timore per quelle ad alta tenuta. Soprattutto quelle ormai famose marchiate con la sigla Ffp2 e Ffp3. In particolare quest’ultime che sono quelle che vengono utilizzate, per esempio, in sala operatoria per difendere le equipe mediche. Tant’è che fino all’altra sera c’era un carico di mascherine destinato all’Umbria fermo addirittura in Azerbaijan. La speranza è che il carico possa arrivare entro la giornata di mercoledì, ma non ci sono ancora certezze.

C’è un altro problema che riguarda gli approvvigionamenti sanitari dell’Umbria, ed è quello dei ventilatori polmonari per la respirazione assistita nei reparti di terapia intensiva. Problema che potrebbe presentarsi nelle prossime settimane. Al di là dell’impegno di aziende e fondazioni per donare strumentazioni decisive per gli ospedali, c’è il rischio che l’Umbria finisca in coda rispetto all’ultima gara fatta da Dipartimento della Protezione civile. Il passaggio in Consip prevederebbe la consegna a 45 giorni ed è logico che le dotazioni più pesanti arriveranno per le regioni che soffrono di più per l’emergenza Covid-19.
Intanto, a proposito di mascherine, gel e di affari sporchi con l’emergenza (scoperti rincari anche del 4000%) anche qualche umbro è finito nella rete della Guardia di Finanza. A scoprirli è stato il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle investigazioni tecnologiche, con un’importante operazione contro gli “sciacallì” del coronavirus: 36 annunci pubblicati sui maggiori portali di e-commerce sono stati sequestrati; denunciati inoltre 16 italiani e 28 stranieri mentre altre 4 persone sono in via di identificazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero