Coronavirus, progetto pilota Cucinelli-Università di Perugia

Brunello Cucinelli
PERUGIA - Un'équipe dell'Università di Perugia guidata dalla professoressa Antonella Mencacci ha dato il via a uno studio in collaborazione con l'azienda...

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PERUGIA - Un'équipe dell'Università di Perugia guidata dalla professoressa Antonella Mencacci ha dato il via a uno studio in collaborazione con l'azienda Brunello Cucinelli finalizzato all'individuazione

delle migliori strategie diagnostiche e gestionali per assicurare, durante la cosiddetta fase 2, l'elaborazione di un modello per la ripresa delle attività lavorative nella massima sicurezza dei lavoratori. Coinvolti, tra gli altri,
ricercatori di fama internazionale come Paolo Puccetti, Daniela Francisci e Fabrizio Stracci. «La ricerca - ha spiegato la professoressa Mencacci - verrà eseguita in collaborazione con l'azienda Brunello Cucinelli che rappresenta da sempre un esempio di applicazione di principi etici e morali nel mondo del lavoro e pone le basi per il conseguimento di risultati significativi, come la tempestiva individuazione e l'isolamento di eventuali portatori asintomatici del virus, che potrebbero generare nuovi focolai epidemici».
«Lo studio - ha affermato ancora - si concentra sui diversi aspetti individuati dalla comunità scientifica come cruciali per il controllo dell'epidemia da Sars-CoV-2 al termine del lockdown. I risultati della ricerca permetteranno di valutare il ruolo delle strategie diagnostiche impiegate nell'ambito della sorveglianza attiva dell'infezione, di comprendere meglio le caratteristiche della circolazione del virus nella coorte di individui studiata e, soprattutto, potranno essere utilizzati per l'individuazione di un modello operativo applicabile in contesti lavorativi ed epidemiologici analoghi». «E' per me motivo di grande onore - ha commentato Brunello Cucinelli - essere stato scelto dall'Università di Studi di Perugia come partner nel progetto pilota di studio medico-scientifico per la ripresa in sicurezza dall'epidemia Sars-Cov-2. Spero che questi test  costituiscano una grande base di studio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero