PERUGIA - La proposta suona così: l’Umbria è pronta a chiedere al governo che i vaccini anti Covid-19 vengano somministrati prima ai ragazzi e agli studenti....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PERUGIA - La proposta suona così: l’Umbria è pronta a chiedere al governo che i vaccini anti Covid-19 vengano somministrati prima ai ragazzi e agli studenti. Parole e musica di Luca Coletto, assessore alla Salute che ieri si è trovato nel mirino dei sindacati per la guerra sui numeri delle assunzioni della sanità regionale. Numeri e situazione che sono la spiegazione dello sciopero nazionale del pubblico impiego in chiave umbra di mercoledì 9.
Coletto para e risponde, non imbraccia il fucile e poi sterza sul fronte della tenuta dell’Umbria che guarda come uscire bene dalla fase due e guarda con attenzione la terza ondata.
«Il vaccino prima ai ragazzi? Sono favorevole. Anzi, sono pronto a chiederlo al governo per contro dell’Umbria. Guardate da dove è partita la seconda ondata, guardate cosa è successo dopo due settimane che hanno riaperto le scuole. Allora- dice l’assessore al telefono- vaccinare studenti e insegnanti mi sembra una mossa oculata».
TERZA ONDATA
La terza ondata è quella in cui Covid-19 e influenza stagionale si mischieranno e che l’Umbria (e non solo), guarda con grande attenzione. «L’unico modo per gestire quell’eventualità è tenere basso il numero dei positivi adesso. Serve grande attenzione al trasporto, soprattutto lo scolastico. Nel Dpcm c’è la possibilità dell’intervento dei prefetti con un ruolo delle Regioni se i Comuni dovessero fallire. Noi siamo pronti. Come siamo pronti con il piano di salvaguardia che va avanti. Siamo a 130 posti di terapia intensiva, arriveranno a 150. L’ex Porta Sole? È in stand by in questo momento. Il piano di salvaguardia funziona bene, con questi numeri abbiamo un polmone di riserva in quanto a posti letto importanti».
I SINDACATI ATTACCANO
La sfida, però, è quella con i sindacati che rialzano il tiro, numeri alla mano, sule assunzioni(poche) in sanità e sui buchi(grandi) di organico per medici e infermieri: 1500 i primi, 800 i secondi quelli che mancano alle strutture della sanità regionale dove quella privata pesa per il 5%, ma in prospettiva ai sindacati mette paura.
Sindacati che in vista dello sciopero del pubblico impiego di mercoledì 9, vanno all’attacco: «Le assunzioni a tempo indeterminato di personale per il potenziamento del sistema sanitario pubblico a fronte dell’emergenza Covid sono state in Umbria soltanto 19». Ecco la contabilità anti giunta di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl che hanno presentati i dati elaborati dalla Corte dei Conti nella Memoria sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2021. «Questi dati ufficiali presentati pochi giorni fa - hanno affermato i segretari dei sindacati, Tatiana Cazzaniga (Fp Cgil), Marcello Romeggini e Luca Talevi (Fp Cisl) e Marco Cotone (Uil Fpl) - testimoniano che le assunzioni a tempo indeterminato, quelle che sono in grado di trattenere e strutturare il personale sanitario nel sistema regionale, sono possibili. La Toscana ad esempio ha assunto per l’emergenza Covid 1.847 infermieri, 50 medici e altre 996 figure professionali a tempo indeterminato, mentre l’Umbria solo 2 medici, 16 infermieri e un professionista sanitario. E anche rapportando i dati alla popolazione - continuano i sindacati - emerge chiaramente come la nostra regione sia agli ultimi posti per assunzioni stabili».
Per Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl ogni giorno che passa la situazione si complica ulteriormente. «Invitiamo quindi la presidente Tesei e l’assessore Coletto a riprendere immediatamente il confronto per chiudere finalmente la questione assunzioni e affrontare quella delle risorse aggiuntive per il personale». Tra l’altro i sindacati hanno sottolineato come nei servizi territoriali gli infermieri reclutati tutti a partita Iva (30 euro l’ora) e si tratta di infermieri che hanno lasciato il privato; mentre quelli che lavorano con contratti a termine contro il Covid-19 invece di essere stabilizzati sono stati fatti fuori dal concorsone della Asl 2.
LA DIFESA DELLA GIUNTA
L’assessore Coletto non va alla guerra.
Il Messaggero