Coronavirus, chiusa anche la cascata delle Marmore: ecosistema a rischio

Coronavirus, chiusa anche la cascata delle Marmore: ecosistema a rischio
TERNI     L’acqua è vita, e questo è vero più che mai quando si parla della cascata delle Marmore, risorsa di primaria importanza per il...

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TERNI     L’acqua è vita, e questo è vero più che mai quando si parla della cascata delle Marmore, risorsa di primaria importanza per il territorio ternano; ma da quando ci sono di mezzo le misure attuate per contrastare  il Covid-19, in ballo non ci sono soltanto il turismo e lo statuto simbolico della cascata, ma le sorti di un intero ecosistema, prezioso, complesso e delicato, da tutelare. «Penso che sia importante affrontare tecnicamente la situazione» afferma il consigliere comunale Michele Rossi, interessato alla questione. La sua riflessione è nata dalla segnalazione da parte di alcuni cittadini che hanno trovato un gran numero di pesci luccio morti nel Nera, la cui causa potrebbe essere identificata nella scarsa portata di acqua del fiume. La cascata, infatti, dal 12 marzo scorso è stata chiusa, per evitare sprechi e disincentivare il turismo durante l’emergenza Coronavirus; l’apertura avviene solo per due ore, di notte, due giorni alla settimana. «Per quanto riguarda il problema del turismo» spiega Rossi «le ore di chiusura saranno comunque recuperate quando finirà la pandemia, tenendo aperto magari tutto il giorno invece delle solite tre ore. Ma per quanto riguarda la preservazione dell’ecosistema sarà sufficiente questo getto minimo? Valutare le conseguenze di queste prima aperture è importante, monitorando anzitutto la flora, la fauna e, non ultimo, il costone roccioso, per scongiurarne possibili deterioramenti. Senza allarmismo, penso che sia importante richiedere l’intervento di tecnici come esperti biologi e naturalisti, professori universitari o ricercatori, che diano una loro versione della situazione per aiutarci ad evitare quello che potrebbe essere un danno naturalistico che non possiamo assolutamente permetterci».

 L’equilibrio del biosistema, infatti, si basa sui ritmi artificiali che nel corso degli anni hanno modellato e custodito la vita di piante e animali, e che in questo periodo ha subito un cambiamento repentino e piuttosto drastico: potrebbe quindi essere necessario un prolungamento dell’apertura, considerando anche il progressivo aumentare della temperatura.  La richiesta di Michele Rossi è stata accolta dall’amministrazione comunale, nell’attesa di salvaguardare in ogni modo il «salto d’acqua più bello e più alto d’Europa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero