Coronavirus, ripartenza del campionato: Grifo in minoranza

Santopadre e Cosmi
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PERUGIA Stavolta le alleanze contano poco, gli equilibri sono dettati da motivazioni umane ed economiche. E se prima il Perugia nell’ambito della Lega di Serie B di cui Massimiliano Santopadre è consigliere seguiva in maniera piuttosto netta la ‘linea Lotito’, in occasione del dibattito sviluppato nell’ambito del ‘lockdown’ in vista di una possibile ripartenza del calcio, stavolta la società di Pian di Massiano va per i fatti suoi. A dire il vero sono ben poche le società che si dichiarano apertamente contrarie alla ripartenza in tempi brevi del campionato di B, appena 4-5. Tra queste c’è il Perugia.

La linea del presidente biancorosso è chiara. Se da una parte Santopadre è stato in prima linea nella battaglia per far comprendere alle istituzioni calcistiche e governative la necessità di intervenire per la sopravvivenza dei club e delle aziende di proprietà messe in ginocchio dal coronavirus, è altrettanto vero che quando si è trattato di prendere una posizione il presidente ha preferito mettere in primo piano la salute dei suoi giocatori e delle rispettive famiglie. Fermo restando il fatto che a indicare i tempi e i modi devono essere i medici e a decidere deve essere il Governo, il Perugia ha espresso parere negativo alla ripartenza immediata al pari di Cosenza, Livorno e Venezia.
Dovesse decidere Santopadre, che ha evidenziato l’impossibilità di mettere in pratica le direttive contenute nel protocollo sanitario, se ne riparlerebbe non prima di luglio. Lo Spezia si è detto favorevole a disputare subito i play-off saltando dunque le ultime dieci giornate di campionato, la Juve Stabia preferirebbe allungare i tempi del ritorno fino all’autunno. Favorevoli a ripartire subito senza fronzoli sono invece Benevento, Chievo, Empoli, Frosinone, Pisa e Pordenone. Disponibili a ripartire soltanto dopo l’ok definitivo della commissione medica sono Ascoli, Cittadella, Cremonese, Crotone, Pescara, Salernitana ed Entella. Insomma, la maggioranza è per il ‘sì’ ed è evidente che di questa ha tenuto conto il presidente di Lega Balata in occasione dell’ultima ‘call’ tra i vertici del Calcio e il Governo.

La situazione della B è a metà tra la ripartenza ormai certa del massimo campionato e, al contrario, la quasi certezza della non ripartenza per la Lega Pro. In ballo c’è l’ultima trance dei diritti tv, da molti club già messa a bilancio, ma il prezzo da pagare per entrarne in possesso potrebbe risultare troppo alto. Nella lotta per la sopravvivenza si inserisce anche la trattativa con i giocatori per il taglio degli stipendi (il Perugia chiede ai giocatori di rinunciare a due mensilità delle ultime quattro). Le parti si sono aggiornate a dopo la decisione governativa sulla ripartenza, attesa per la settimana prossima. Perché con la parziale riapertura dell’Italia il 4 maggio è in arrivo anche per il Calcio il momento della verità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero