Coronavirus, per Bassetti decima messa a porte chiuse

Il cardinale Gualtiero Bassetti presidente della Cei
PERUGIA - «Non basta essere credenti, occorre essere credibili, capaci di testimonianza, capaci di pronunciare parole di vita, parole vere che escano dalla bocca di Dio!...

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PERUGIA - «Non basta essere credenti, occorre essere credibili, capaci di testimonianza, capaci di pronunciare parole di vita, parole vere che escano dalla bocca di Dio! Torniamo ad essere costruttivi e, quando necessario, anche coscienza critica della società». Così il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti nel celebrare, dalla cappella di Sant’Onofrio in cattedrale, la decima messa a porte chiuse dall’inizio dell’emergenza coronavirus. «In questa terza domenica di Pasqua, abbiamo ascoltato una parola, così ricca, così incisiva, così appropriata alla nostra vita, che sarebbe davvero un peccato se rimanesse come un suono nelle nostre orecchie e non penetrasse profondamente nel nostro cuore». Commentando il passo del vangelo di Luca, dei due discepoli di Emmaus, Bassetti ha detto di essere colpito dal «gesto di Gesù, dinanzi all’insistenza dei due discepoli nel chiedergli “resta con noi, Signore, perché si fa sera e il giorno, ormai, è al tramonto. Egli entrò per rimanere con loro”. Cari fratelli e sorelle, questo è anche il nostro grido: resta con noi, Signore. Resta con noi nei momenti bui, come questo che stiamo vivendo, con problemi enormi e con un futuro che è incerto per tutti. Resta con noi, perché siamo troppo distratti e quindi ci capita spesso, come ai due discepoli di Emmaus, di non sapere leggere al presente la storia del passato… Noi speravamo - dissero - con tutto ciò sono passati tre giorni… Ecco la consistenza della nostra fede! Tre giorni e sembrano un’eternità… Dobbiamo riconoscere, purtroppo, che non sappiamo attendere».
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Il Messaggero