Coronavirus, dati alla mano le regioni che possono ripartire

Le imprese ripartite
PERUGIA Due dati avvicinano l’Umbria alla zona di sicurezza per poter parlare di “contagio zero”: il trend di nuovi positivi e decessi, messo in relazione coi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PERUGIA Due dati avvicinano l’Umbria alla zona di sicurezza per poter parlare di “contagio zero”: il trend di nuovi positivi e decessi, messo in relazione coi valori massimi raggiunti dall’inizio dell’epidemia. Stando all’elaborazione della Fondazione Hume, l’Umbria, insieme a Valle d’Aosta, Basilicata e provincia di Bolzano, sarebbe pronta alla ripartenza. Anche i nove positivi scoperti lunedì, col totale a 1.379, non cambiano il trend del contagio, considerando che sei arrivano dalla zona rossa, Giove, dove si è concluso lo screening a tappeto della popolazione, e due sono di persone residenti fuori regione.

Il senso dei numeri umbri cambia poco anche considerando lo screening della popolazione, in relazione alle persone “testate”. Negli ultimi quattro giorni, su 3.636 persone sottoposte a tampone sono risultati 17 casi, con un tasso di positività dello 0,46%: solo in altre quattro regioni è inferiore a 1, il più basso, 0,42%, in Basilicata. Il resto dei numeri parla di 351 attualmente positivi (-19), 963 guariti (+28), 76 clinicamente guariti (-7) e un numero invariato di deceduti (65). In fase discendente anche i numeri ospedalieri, col numero dei degenti che dopo 40 giorni che scende sotto 100: il 20 marzo i ricoveri erano 99, col picco (220 ospedalizzati) il 30 marzo. In rianimazione, 17 persone (+1), col massimo, 48 intensive, registrato il 23 marzo e il 3 aprile. Il resto dei numeri del bollettino, indicano 981 persone in osservazione (+4) e 33.881 tamponi eseguiti, 1.075 in un giorno, 287 quelli “ripetuti”.
Tornando all’elaborazione della Fondazione Davide Hume, il bollettino offre una lettura del punto in cui “l’Italia (o una sua regione) oggi si trovano”, fatto 100 il numero di morti o nuovi contagiati toccato nel giorno peggiore dall’inizio dell’epidemia. «Se il contagio si è ridotto e si sta spegnendo il valore dovrebbe essere prossimo a zero», si spiega. E in un quadro di dati nazionali “non rassicuranti”, la Fondazione segnala l’Umbria come una delle regioni vicine alla meta, coi decessi (media 25-27 aprile) al 17% del picco (6 morti il 7 aprile) e i nuovi positivi al 2,6% del massimo (92 il 26 marzo), dato più basso d’Italia. «Per dire che siamo vicini alla meta di “nuovi contagi zero” – si spiega dalla Fondazione - i due dati dovrebbero essere vicini a zero».

Tornando ai dati dei comuni, infine, restano 17 quelli che hanno azzerato gli attualmente positivi, cui se ne aggiungono 13 con un solo caso rimasto. Il tasso di guarigione avanza a Perugia (2 nuovi guariti), Città di Castello (2 guariti e gli attualmente positivi scesi a 30), Terni (+4) e Giove (+7 guariti). Da evidenziare che dei 1379 casi totali certificati nella regione, 50 sono “importati”, la metà dei quali ancora positivi: ne consegue che gli attualmente positivi umbri sono 326. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero