Concorsopoli: «Il raccomandato dell'assessore venne bocciato»

Concorsopoli: «Il raccomandato dell'assessore venne bocciato»
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PERUGIA - Catiuscia Marini? «A parte la segnalazione della Cataldi dalla presidente non ho mai avuto altri nomi».  Gianpiero Bocci? «Era la prima volta che mi chiedeva di fornirgli le tracce dei concorsi, non ricordo di avergliele consegnate ma in precedenza non avevo mai ricevuto raccomandazioni dal sottosegretario». Luca Barberini? «Oltre a ciò che viene già contestato posso dire di aver ricevuto dall’assessore una segnalazione per chiamata diretta di un ausiliario per le categorie protette che tuttavia venne bocciato». Davanti ai pubblici ministeri di Concorsopoli l’ex direttore generale dell’ospedale perugino Emilio Duca spiega che un dirigente di Umbria Salute, la centrale unica di acquisto delle aziende sanitarie, gli «riferì di una lista di nominativi indicati da Valentino Valentini (consigliere politico della governatrice, ndr)». «Si trattava sempre di persone che dovevano essere favorite in eventuali chiamate di lavoro interinale - spiega -. Non so se tali persone fossero state segnalate dalla presidente Marini». Nell’interrogatorio del 29 giugno svela il funzionamento di alcuni presunti meccanismi: «La segnalazione veniva fatta a Umbria Salute che trasmetteva le sue richieste all’agenzia interinale. Credo che a quest’ultima venisse richiesto di favorire determinate persone. La società che forniva personale interinale è stata selezionata mediante una procedura di evidenza pubblica».


Torna indietro con la memoria, Duca, e ai pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano parla delle sue «difficoltà» e delle «tensioni» nell’ambiente: «In questi anni ho trovato alcune difficoltà. La nomina dei direttori, compresa la mia, è frutto di un acceso scontro politico. Il rapporto con l’Università non è sempre stato sereno e dopo il 2016 ci sono stati diverse tensioni per trovare un'intesa. La gestione del personale ha creato non pochi problemi - prosegue -. Quando ha assunto l'incarico c'erano 517 persone a tempo determinato, il cosiddetto lavoro flessibile che determinava criticità sull'organizzazione dello stesso in quanto si creavano improvvise scoperture quando i dipendenti che lavoravano tempo trovavano un posto a tempo indeterminato interrompendo il rapporto con l’Azienda».


Formalmente - ammette Duca - non ha mai contestato l’operato del suo predecessore Walter Orlandi perché «la norma consentiva lo sforamento per il personale a tempo determinato assunto dalle aziende sanitarie a condizione che ci fosse il pareggio di bilancio». A quel punto la Procura chiede a Duca se sapesse di «attestazioni mendaci nel bilancio dell’Azienda» e il manager spiega: «Posso dire che effettivamente c’era un problema in merito all’indicazione in bilancio di una somma pari a un milione e mezzo per la sperimentazione delle cellule staminali che doveva essere portata avanti dalle due Aziende ospedaliere dell’Umbria». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero