Comune di Narni: occhi puntati sulla rendicontazione dell'assistenza ai migranti

Palazzo Comunale di Narni
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NARNI Sono saltati sulla sedia gli amministratori comunali di Narni a leggere le singolari voci di un resoconto che doveva, tranquillamente, mettere la parola fine a due anni di assistenza per un centinaio di migranti che erano sparsi per il territorio del comprensorio amerino-narnese. La vicenda vede una serie di errori e di incongruenze nella gestione dei conti del complesso problema, che non interessa al momento le casse del comune in quanto il personale impiegato è comunque a libro paga. Il sindaco Francesco De Rebotti non vuole rilasciare alcuna dichiarazione perché, dice, che “ci penserà la struttura tecnica”, che nella giornata di ieri è stata in riunione permanente, per produrre tutte le pezze giustificative che un’inchiesta giornalistica ha rilevato. Inchiesta che si è poi ribaltata anche verso il Prefetto, che dei migranti è punto focale: è stato Stefano Lucidi portavoce M5S al Senato, ad avanzarla. Ma le richieste di chiarimenti sono arrivati pure da Luca Tramini dei Cinque Stelle, come da Eleonora Pace di Fratelli d’Italia, da Gianni Daniele di Tutti Per Narni, insomma da tutta la minoranza che aveva sempre guardato alla gestione dei servizi sociali come una sorta di “ufficio separato” in quanto aveva competenze anche negli altri undici comuni del comprensorio. Proteste anche dal consigliere della Lega Nord, Fiorini, che afferma di aver richiesto gli atti per capire il funzionamento dell’intera vicenda. In tutto questo poi si inseriscono dipendenti che ritengono di operare con funzioni superiori, di mediatori che non hanno effettuato alcun intervento, vicende che ingarbugliano ancora di più la storia. Gli aspetti da chiarire sono allora più d’uno mentre è invece chiaro che al comune spetti la supervisione della assistenza ai migranti mentre la gestione vera e propria, dopo aver vinto un bando di gara, spetti ad associazioni come Arci Nuova Associazione, Arci Solidarietà Terni e due soggetti legati alla Curia ternana, Laboratorio Idea e l’associazione San Martino che funziona da capofila. Dal 2014 al 2016, il progetto è costato più di un milione di euro all’anno, di cui l’80% arriva dal Ministero dell’Interno, mentre il restante 20% è un cofinanziamento dai comuni, che significa 200mila euro circa, a fronte di settemila ore di impegno del personale. Ora, sembra che una parte di queste non siano state effettuate. Ma ora si aspetta anche la precisazione degli uffici comunali di Narni.
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Il Messaggero