Coltiva piante di canapa indiana Il giudice: non è reato

Coltiva piante di canapa indiana Il giudice: non è reato
PERUGIA - Sorpreso, meno di un anno fa, a coltivare sette piante di canapa indiana alte fino a 1,80 metri, viene prosciolto dal giudice di Perugia con sentenza di non doversi...

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PERUGIA - Sorpreso, meno di un anno fa, a coltivare sette piante di canapa indiana alte fino a 1,80 metri, viene prosciolto dal giudice di Perugia con sentenza di non doversi procedere «perché il fatto non costituisce reato». È salvo un 45enne perugino trovato in possesso nell’agosto del 2021 dai carabinieri con «sette piante di canapa indiana, con altezza variabile dal 56 a 182 centimetri, dalle quali era possibile ricavare 2,80 grammi di Thc puro (tetraidrocannabinolo), quantitativo utile per il confezionamento di 110 dosi medie singole da 25 mg ciascuna e 5 soglie massime da 500 mg ciascuna». Le piante - si apprende - erano nell’orto e nella terrazza della sua abitazione a Ponte Felcino.

Contro l’imputato la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio ma nel corso dell’udienza preliminare l’avvocato Maurizio Lorenzini ha messo sul tavolo una serie di questioni che hanno convinto il gup a scagionare il suo cliente. Il legale ha parlato innanzitutto della forma domestica e delle tecniche rudimentali di coltivazione utilizzate dal suo assistito, il quale produceva per uso personale e non per immettere la sostanza nel mercato illegale. Elementi tenuti in considerazione dal giudice che al termine di una breve camera di consiglio ha emesso sentenza di non luogo a procedere: in altre parole, nessun processo per il coltivatore che nove mesi fa venne soltanto denunciato.

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Il Messaggero