«In classe non torniamo» Al liceo classico nasce la fronda degli studenti pro Dad

«In classe non torniamo» Al liceo classico nasce la fronda degli studenti pro Dad
TERNI Diritto all’istruzione, sì, ma anche diritto alla salute. È questo lo slogan degli studenti della classe 3A del liceo Classico Tacito; non convinti della...

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TERNI Diritto all’istruzione, sì, ma anche diritto alla salute. È questo lo slogan degli studenti della classe 3A del liceo Classico Tacito; non convinti della validità dei provvedimenti attuati per fare scuola in sicurezza, in vista del prossimo rientro nelle aule, previsto per il 25 gennaio seppure solo per una percentuale degli alunni, hanno pensato di affidare la loro mobilitazione ai social, per prendere posizione, ma senza rischi. E sul web, si sa, le voci corrono veloci. «C’è bisogno di una scuola più sicura, e di mezzi più sicuri» spiegano. «Come farci sentire? Restando a casa anche nei giorni in cui dovremmo andare in presenza a scuola, avvertendo i professori e comunicando loro che siamo disposti a seguire le lezioni online. È un modo per ottenere visibilità. Tutti noi vogliamo tornare a scuola il prima possibile, ma senza tornare a casa dopo qualche settimana mettendo a rischio anche la salute». 


E continuano, scendendo nel dettaglio: «Non vediamo l’urgenza di riaprire rischiando e continuando ad essere in balia di proposte che spesso vengono comunicate il giorno prima per quello successivo, e che, nel migliore dei casi, consentono solo qualche settimana in presenza, che cambia ben poco. Nonostante siano stati stanziati dei fondi per potenziare il servizio dei trasporti urbani ed extraurbani, ad oggi non è stato presentato un ampliamento del servizio significativo. Se si rientrasse in classe, inoltre, il 25% della popolazione scolastica avrebbe lezione dalle 10 del mattino alle 15, per non parlare dei professori, che si troverebbero a dover tenere le lezioni dalle 7.55 alle 15: l’orario sarebbe tutto da ripensare». La classe ha proposto gli argomenti a sostegno di questa idea in una lettera che, pubblicata sui social, mira a diffondere la proposta anche agli studenti di altre sezioni e di altri istituti scolastici, perché «la scuola in presenza non è solo quattro mura e banchi distanziati, non è solo il tempo che si passa all’interno dell’edificio scolastico, ma anche tutto ciò che succede prima e dopo». E sembra che da altri istituti stiano prendendo in considerazione l’ipotesi. «A malincuore, ma non torneremo in classe finché non saranno presi provvedimenti concreti. Non vogliamo sentirci costretti a scegliere tra istruzione e salute; e ci chiediamo perché per rientrare sia stato scelto proprio questo momento, quando i contagi sono ancora molto alti anche in Umbria. La Dad, almeno nella nostra realtà, ha sempre funzionato; noi studenti siamo disposti a stare dietro agli schermi un altro po’, aspettando che la scuola torni ad essere un posto sicuro: non vediamo l’ora».

 

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Il Messaggero