Città di Castello, spazi di sosta gratis per i clienti di 3 alberghi in centro: condannati ex comandante della Municipale ed ex funzionario del Comune

Risarcimento di 58mila euro all'Ente per i mancati incassi di trent'anni

Piero Carlo Floreani (Corte dei Conti)
Gli spazi di sosta concessi gratuitamente a tre alberghi di Città di Castello senza l’incasso per il Comune di una lira prima e di un euro poi, costano una tombola a...

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Gli spazi di sosta concessi gratuitamente a tre alberghi di Città di Castello senza l’incasso per il Comune di una lira prima e di un euro poi, costano una tombola a due ex funzionari del Comune. La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria ha condannato per danno erariale una ex comandante della polizia municipale e un ex responsabile dell’Ufficio patrimonio. Respinta la richiesta risarcitoria della Procura, invece, per un ex impiegato dell’Ufficio concessioni.

Tutto nasce nel 202.1 L’allora comandante della polizia municipale di Città di Castello si accorge che le concessioni per la sosta gratis ai clienti dei tre alberghi non avevano portato un soldo nella casse del Comune. Lui cancella le autorizzazioni (concessioni e ordinanze) e scrive alla Procura regionale. La ricostruzione dice che i tre alberghi in centro tra il 1991 e il 2021 hanno avuto quei posti, di fatto, gratuitamente. Naturalmente per i titolari degli alberghi non c’è la benché minima responsabilità. La Procura regionale ha chiamato in giudizio Luisella Alberti, in qualità, all’epoca dei fatti, di dirigente del Servizio di polizia municipale del Comune di Città di Castello, Marco Montesi, in qualità di responsabile del Servizio patrimonio del Comune di Città di Castello e Maurizio Magini, come Istruttore direttivo del concessioni del Comune di Città di Castello, ritenendoli responsabili del riservati a tre strutture ricettive: Hotel Tiferno, Hotel Le Mura e Hotel Umbria. 
Tra calcolatrice, codice della strada e calendario per le prescrizioni, alla fine, il conto si è stabilizzato a 77mila euro e spiccioli. Con la Procura che ha chiesto la metà del danno all’ex comandante Alberti che in una memoria ha tirato dentro alla vicenda l’impiegato dell’Ufficio Concessioni, e l’altra metà a Montesi e Magini per un totale di 19mila euro a testa. Tenendo conto dei trent’anni il mancato incasso per il Comune è stato superiore ai 330mila euro.

I tre chiamati in giudizio si sono difesi. Per esempio l’ex comandante ha spiegato che si è basata sulle possibilità date dal Codice della strada in vigore nel 1991. La sezione giurisdizionale presieduta da Piero Carlo Floreani (foto) ha fatto forza per la sentenza, tra l’altro, su una nota del ministero dei Trasporti che spiegava come un’amministrazione pubblica «non può riservare appositi stalli di sosta ad una struttura ricettiva, in quanto questi risulterebbero non funzionali al pubblico interesse collettivo, necessario ed attuale». Così, alla fine, l’ex comandante Luisella Alberti dovrà pagare 38.827,78 euro; l’ex funzionario Marco Montesi 19.413,89 euro. Respinta la domanda risarcitoria nei confronti dell’ex dipendente Maurizio Magini che esce dalla vicenda. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero