Città di Castello, si sposa l'ex prete che lasciò la chiesa a maggio

Da sinistra gli ex sacerdoti Samuele Biondini e David Tacchini
CITTA' DI CASTELO Una pubblicazione di matrimonio come tutte le...

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CITTA' DI CASTELO Una pubblicazione di matrimonio come tutte le altre affisse all'Albo pretorio del Comune. Ad essere “speciale” è uno dei due promessi sposi che adesso hanno dai 4 ai 180 giorni dal compimento della pubblicazione per il fatidico “sì”. Lei, Eva, 34enne, è originaria di Urbino; lui, Samuele Biondini, è nato 52 anni fa a Tradate in provincia di Varese. Nel maggio dello scorso anno chiese ed ottenne da Papa Francesco la dispensa dagli obblighi derivanti dalla Sacra Ordinazione. Ne dette notizia l'allora vescovo di Città di Castello monsignor Domenico Cancian, spiegando che David Tacchini, vice della chiesa di San Pio X di cui Samuele Biondini era il parroco, aveva lasciato la tonaca quasi un anno prima. Dicono si fosse riavvicinato ad una ragazza, una volontaria laica, che aveva frequentato in gioventù. E con la quale da un po' di mesi - aggiungiamo - si è sposato. «Il presbiterio e tutta la comunità diocesana accolgono con sofferenza e, allo stesso tempo, con rispetto la libera scelta di David e Samuele. Grati per il servizio svolto, preghiamo perché possano vivere serenamente la loro appartenenza ecclesiale, radicata nel Battesimo», aveva affermato monsignor Cancian. «Nel pieno rispetto delle scelte personali, che generano sofferenza nei diretti interessati e nelle rispettive Diocesi, serve una riflessione seria e approfondita sul percorso formativo che porta al sacerdozio», aveva aggiunto monsignor Renato Boccardo, presidente della Ceu, la Conferenza episcopale umbra. Furono settimane di clamore amplificato dalla coincidenza che poco prima, in aprile, aveva scelto di tornare allo stato laicale il prete di Massa Martana. Ma i parrocchiani di San Pio X, non rinnegarono l'affetto per quei due sacerdoti molto attivi ed amati. Ne accettarono il “passo”, schierandosi senza condizioni dalla parte di due uomini che avevano avuto il coraggio di dire la verità. David Tacchini e Samuele Biondini si chiusero in un impenetrabile silenzio, nella riservatezza cui ad oggi non rinunciano per vivere le loro nuova vita. Unica eccezione, al tempo, una breve nota. Una stringata precisazione. «Smentiamo la notizia diffusa che stiamo per diventare padri», scrissero, puntualizzando di aver «soltanto chiesto e ottenuto la dispensa dal celibato. Conseguentemente, secondo le norme vigenti, non possiamo esercitare il ministero». In quella circostanza difesero in maniera molto convinta la scelta di «non parlare della nostra vita nei giornali o in tv perché crediamo più consono affrontare tale tema in un contesto di relazioni umane e di autenticità». Una decisione rispetto alla quale non indietreggiano nemmeno adesso che sono diventati il signor Tacchini ed il signor Biondini. Adesso cercano solo un tranquillo anonimato, nella serenità delle rispettive famiglie. In sostituzione dei due sacerdoti la Diocesi affidò la parrocchia, una delle più grandi e centrali di Città di Castello, a padre Giuseppe Renda, guardiano del convento di San Giovanni Battista agli Zoccolanti.

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Il Messaggero