Cinque anni fa il terremoto di Amatrice. Marco Gianlorenzi: «il dolore c'è sempre, ora attendiamo giustizia»

Cinque anni fa il terremoto di Amatrice. Marco Gianlorenzi: «il dolore c'è sempre, ora attendiamo giustizia»
«Per noi il dolore c'è sempre, al di là dell'anniversario del 24 agosto. Ma questa data quest'anno ci colpisce perché finalmente, dopo...

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«Per noi il dolore c'è sempre, al di là dell'anniversario del 24 agosto. Ma questa data quest'anno ci colpisce perché finalmente, dopo cinque anni, si avvicina l'inizio del processo di primo grado per il crollo. Speriamo non ci attendano altre sorprese». A parlare con l'Ansa è Marco Gianlorenzi, fratello di Matteo, il quarantaquattrenne commerciante di Orvieto morto sotto le macerie dell'Hotel Roma di Amatrice, insieme alla moglie Barbara Marinelli, 42 anni, insegnante, crollo avvenuto a causa della scossa di terremoto delle 3:36 del 24 agosto 2016.

Nell'anniversario del sisma le due vittime umbre - in onore delle quali è stata fondata l'associazione "3.36 per Barbara & Matteo" - verranno ricordate con un minuto di raccoglimento presso la sede locale della Protezione Civile di Orvieto. «La comunità orvietana ci è stata sempre molto vicina - sottolinea Gianlorenzi, che si dice però «rassegnato» perché si aspetta che «i tempi della giustizia saranno ancora lunghissimi». «Basta vedere cosa è accaduto a L'Aquila» prosegue.

Nella vicenda del crollo dell'Hotel Roma lo scorso giugno il tribunale di Rieti ha rinviato a giudizio per omicidio colposo l'unico imputato ancora in vita, il progettista strutturale, oggi ultraottantenne. Il processo prenderà il via il prossimo ottobre. «Lo Stato - continua Gianlorenzi - dovrebbe garantire che si costruisca con responsabilità e che si prevengano queste calamità. Condivido quanto detto dal commissario alla ricostruzione Legnini: è il modo migliore per onorare la memoria dei nostri cari».

Per Gianlorenzi, infine, lo «Stato dovrebbe anche garantire dei risarcimenti o delle indennità ai familiari delle vittime dei terremoti, come accaduto per la tragedia della valanga di Rigopiano».

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Il Messaggero